Spiega - Come capire i network US

[BENVENUTI AL SECONDO POST-SPIEGONE DI QUESTO BLOG]

I serie tv dipendenti vivono nel terrore di due cose che possono turbare il loro equilibrio televisivo e la loro salute mentale (le due cose, per altro, sono strettamente collegate).
La prima è una certezza: il cold turkey, una bellissima espressione mutuata dalla medicina che indica le azioni e le reazioni di una persona che cessa improvvisamente una dipendenza o un'abitudine.
Io, solitamente:
- cerco info sulla prossima stagione
- mi pento per aver cercato info sulla prossima stagione
- stalko gli autori e gli attori su twitter (questa è una cosa che non voglio approfondire...)
- inizio serie tv di dubbio gusto, tipo Pretty Little Liars
- mollo fidanzati, quando ci sono.
Ma il cold turkey è una certezza (come la morte, mi vien da dire), è un rischio calcolato.

La seconda minaccia, invece, è un'ombra che incombe sulle nostre teste e sui nostri cuori: non è detto si manifesti, ma quando lo fa è inevitabile. Si tratta della cancellazione.
*musica drammatica*
Worst & Best - 25 ottobre

Amour è l'ultimo capolavoro di Michael Haneke, uno che ha deciso di essere un regista vero, ovvero che spazia da un genere all'altro eccellendo in tutti.
A quanti riesce una cosa del genere? Non me ne vengono in mente molti, devo essere sincera.
Haneke, per farla breve, non solo si è portato a casa la Palma D'Oro a Cannes 2009 e il Golden Globe nel 2010 come miglior film straniero con Il Nastro Bianco, ma è l'unico al mondo ad essere riuscito a fare un remake di un proprio film e a non farlo diventare una puttanata stellare, anzi.
Il rischio era molto più che tangibile, quindi stima infinita per non aver rovinato Funny Games.
Stavolta, dopo aver esplorato la caduta dei semi del nazismo su un terreno atto a farli germogliare, si avventura nel dolore della senilità, quella piegata ogni giorno non solo dalla crudeltà del tempo che passa e ti porta via amici e forze, ma anche da un'improvvisa malattia che ti priva anche della dignità.
Uno sguardo su una paura che è ancora un tabù all'interno di una società come la nostra, ancora non in grado di affrontare le conseguenze più paradossali del benessere.
Un capolavoro che solo il maestro austriaco poteva creare. Se lo perdete, siete veramente coglioni.
The Paternal House (Kianoosh Ayyari, 2012)

COS'È: l'ultimo imperdibile film del regista iraniano indipendente Kianoosh Ayyari, di cui non trovo la locandina.

Da sempre la sezione Orizzonti del Festival di Venezia è la più interessante: o si vedono film che usciranno in Italia mesi dopo (nella migliore delle ipotesi...) o si assiste a proiezioni che mai - MAI - avranno di nuovo luogo.
The Paternal House probabilmente rientra in quest'ultima categoria, come tutti i lavori di Kianoosh Ayyari e quasi tutti i film girati in un paese come l'Iran.
Quello che la maggior parte di noi (e probabilmente del mondo intero) sa riguardo all'Iran è che è una Repubblica Islamica, sa di Khomeini, dei suoi successori, di Ahmadinejad e delle conseguenze che tutte queste persone hanno o hanno avuto sulla società.
Questo film, però, ci dimostra da un lato che non basta decapitare la piramide del potere per risanare la società e dall'altro che, per quanto un errore possa essere perpetuato, ad un tratto la ragione (e la modernità) possono avere la meglio.
Gummo (Harmony Korine, 1997)

COS'È: un finto documentario su una cittadina dell'Ohio devastata dall'uragano Gummo.

"Xenia, Ohio. Xenia, Ohio. A few years ago, a tornado hit this place. It killed the people, left and right. Dogs died. Cats died. Houses were split open, and you could see necklaces hanging from branches of trees. People's legs and neck bones were sticking out. Oliver found a leg on his roof. A lot of people's fathers died, and were killed by the great tornado. I saw a girl fly through the sky, and I looked up her skirt. Her skull was smashed. And some kids died. My neighbor was killed in that house. He used to ride bikes and three-wheelers. They never found his head. I always thought that was funny. People died in Xenia. Before dad died, he had a bad case of the diabetes."

Inizia così, con questa descrizione in voiceover da parte di uno dei protagonisti di Gummo, mentre le immagini scorrono proiettandoci all'interno di questo mondo fatto di disagio e malessere.
American Horror Story: Asylum (2x01, FX)

COS'È: la 2x01 di una delle serie tv più OMG di sempre che preannuncia una stagione LETTERALMENTE pazzesca.

AHS lo scorso anno ha destato clamore per diversi motivi: in primis, un sito e una campagna teaser degna di un film con un budget stellare, un cast da restare a bocca aperta e la scelta di passare così vicino al trash e ai b-movie senza però caderci con tutte le scarpe.
La storia di una casa teatro di morti violente e infestata di tutti i precedenti proprietari non si prestava ad un prolungamento oltre la prima stagione.
Che fare quindi? Come dare respiro ad un prodotto che si era rivelato vincente non solo agli occhi del pubblico ma anche della critica?
Ryan Murphy (Popular, Nip/Tuck, Glee) e Brad Falchuk (Glee) hanno trovato un modo molto brillante - e non posso escludere che l'idea fosse sempre stata questa, visto il nome della serie - ovvero cambiare completamente ambientazione sia spaziale che temporale, mantenendo come punti fissi una parte del cast e il concetto di storia horror.
Worst & Best - 18 ottobre


Il Matrimonio Che Vorrei è il film della settimana che si becca il bollino verde, perché ne dovrete vedere di cose prima che io non assegni il mio personal award ad un film con Meryl Graziediodelcinema Streep.
E no, non c'è nulla che possiate dire che farmi cambiare idea, io sono del CamTeam e voi non siete un cazzo.
Messe le cose nella giusta prospettiva, possiamo andare avanti.
Il Matrimonio Che Vorrei è la debolissima traduzione di Hope Springs, ma fino a pochissimo tempo fa il film in Italia ha rischiato di intitolarsi Consigli Per Gli Affetti, quindi raga, ottimismo a palate che c'è andata di gran culo.
La storia è molto carina anche se il regista è David Frankel, a cui vogliamo un gran bene per Il Diavolo Veste Prada, ma che deve ancora pagare pegno per quello schifo che era Un Anno Da Leoni.
Stavolta fa il suo dovere e lo fa bene, complice anche un cast incredibile che vede Steve Carell, un grandissimo Tommy Lee Jones ed una stratosferica Mer- ah, già detto, ok.
On The Road (Walter Salles, 2012)

COS'È: il nuovo film sul capolavoro di Kerouac. Davvero, non li fate i film sui libri se non li avete capiti.

Come ci si rapporta ad un film tratto da un opera letteraria?
A rigor di logica andrebbe valutato solo il prodotto finale: com'è scritto, com'è girato, com'è interpretato.
Ma l'approccio corretto non è il più completo: la classica frase "mi era piaciuto di più il libro" nasconde la verità.
Sostanzialmente non è che "ci era piaciuto di più il libro", ma "ci era piaciuto di più il film che avevamo fatto noi".
Quindi significa che era EFFETTIVAMENTE possibile fare un film migliore.
Non per recitazione, ovviamente; non per regia, magari; ma per taglio, respiro, overview.
Insomma, chiamatelo come volete, ma il punto è che si può.
Dating Rules From My Future Self (webseries)

[sì, è una spiega, faccio la saccente, problemi?]

COS'È: una web serie di nove mini-episodi con protagonista una tipa che avete visto mille volte in altre serie tv.

PERCHÈ PARLO DI QUESTA COSA: perché è quello che io vorrei fare nella vita: scrivere e girare webseries.
Dai, assumetemi, sono brava.

Dissipiamo ogni dubbio:
sì, tecnicamente Lost In Google è una webserie;
no, non è una bella webserie perché hanno copiato una memorabile battuta di The IT Crowd e perché non ha né format né periodicità, due elementi basilari di una serie;
sì, Freaks! è meglio.

Detto questo, Dating Rules From My Future Self è una webserie che chiaramente (nascono per questo) ha degli sponsor.
Quali, visto che non c'è un'emittente a pagare?
Beauty And The Beast (pilot, The CW)

COS'È: l'ennesima scopiazzatura della The CW di un prodotto già esistente solo fatto peggio e in chiave moderna.

Tra tutte le property esistenti, La Bella E La Bestia è sicuramente una di quelle più sfruttate tra cinema, tv, teatro e musical.
Limitandoci alle serie tv, se ne contano almeno tre: quella della CSB, quella della ABC (giustamente) e questa, della The CW che quest'anno ha deciso di adottare il plagio come linea guida.
Loro forse la chiameranno "rilettura in chiave moderna di grandi classici", ma la realtà è che tra questo ed Elementary non si può dire che abbiano fatto dell'originalità il loro punto di forza.
Se poi c'aggiungiamo anche The Carrie Diaries... ma fermiamoci qui.
In Beauty And The Beast, oltre a riciclare la storia si riciclano anche i personaggi: ritroviamo Lana di Smallville che sì, come Beauty è perfetta, ma una figa uguale che sapesse anche recitare non c'era?
Arrow (Pilot, The CW)

COS'È: la serie tv della The CW basato sul fumetto della DC, sulla quale sbaviamo tutti (dove "tutti" sta per "i nerd DCfans" e "tutte le donne eterosessuali") da un bel po'.

"C'era una volta un figopaura che guarda caso era anche miliardario, stronzo e playboy...
Quanti fumetti, tra Marvel e DC, iniziano in questa maniera?
Approssimativamente la metà di mille.
E il numero non cala se continuiamo dicendo "...purtroppo ebbe un tremendissimo incidente/lutto che però - ah, le meraviglie della vita - lo trasformarono in un supereroe per la difesa dei più poveri".
Quindi ve lo dico io: qui parliamo di Green Arrow.
Trattandosi di un fumetto, le prime domande che tutti i fan si fanno è su quale serie si baserà la narrazione e quante libertà si prenderà il canale televisivo.
La prima risposta è: la miniserie di Mike Grell, The Longbow Hunters.
Per la seconda, diciamo che è ancora presto.
Worst & Best - 11 ottobre

Il meglio e il peggio della settimana.
Ci si prova.

Killer Joe è l'ultima fatica di Williem Friedkin.
Sì, quello dell'Esorcista, bravi.
È stato presentato a Venezia, ma mica quest'anno: no, l'anno scorso.
Sempre sul pezzo noi italici.
A cos'è dovuto questo ritardo? Ah, non ne ho idea.
Così, a naso, direi che nessuno puntava un euro sulle performance drammatiche di Matthew McConaughey o sulla capacità del pubblico italiano di dare fiducia ad un attore che si è sempre contraddistinto in commedie più o meno leggere.
Se sul secondo punto posso essere d'accordo, la prima supposizione è quanto di più lontano dalla realtà possa esistere: il killer Joe Cooper è impressionante, travolgente, psicotico e drammatico ad un punto tale da oscurare il resto del cast e la trama del film.
Un Sapore Di Ruggine E Ossa (Jacques Audiard, 2012)

COS'È: il nuovo film di Jacques Audiard, quello di Il Profeta, che se non avete visto siete caldamente invitati a recuperare tipo ADESSO.

I francesi son veramente un popolo del cazzo strano: o fanno robe inguardabili tipo Travolti Dalla Cicogna oppure tiran fuori dei gioiellini tipo questo.
Personalmente credo tutte quelle persone buffe che vivono appena al di là di Ventimiglia se la cavino molto bene con i thriller e molto male con le commedie (Quasi Amici l'ho trovato insopportabile), quindi con questo film già ci muoviamo nell'ambito più corretto.
La trama infatti, per quanto il trailer non dica molto (quindi è un bel trailer), risulta abbastanza chiara: da una situazione di disagio iniziale quale un figlio di cinque anni a carico all'improvviso si passa presto ad un alleggerimento della tensione, all'amore, alla felicità, evvivaevviva.
Moone Boy (pilot, Sky1)

COS'È: il ritorno sul piccolo schermo di Chris O'Dowd, meglio conosciuto come Roy di The IT Crowd.

Innamorarsi di Roy e Moss è stato inevitabile: il british humor è coinvolgente in un modo che gli americani si sognano.
E negli ultimi anni le serie tv del Regno Unito hanno dimostrato di essere non sono all'altezza di quelle US, ma anche di saperle surclassare senza troppa fatica.
Go On (pilot, NBC)

COS'È: la nuova comedy della NBC, che avrebbe fatto meglio a focalizzarsi solo su questa e non su Revolution.

"Ha fatto la nostra fortuna, c'ha salvato il culo un sacco di volte e la gente ci guarda quasi solo per quello: facciamoci una serie tv, no?"
Dev'essere stato questo il ragionamento alla NBC, canale americano che ospita i maggiori eventi sportivi nazionali e mondiali.
Da qualche annetto, infatti, si sono resi conto che per tenere in piedi un broadcast non possono solo sperare nel football o nelle Olimpiadi: servono appuntamenti più scadenzati, in grado di tenere incollati al televisore anche donne e giovani.
Per questo sono nati The Office, 30 Rock, Grimm e soprattutto Community.

È proprio da quest'ultimo che Go On trae spunto: fotografia, gestione dei tempi e perfino i protagonisti sono identici.Anche qui si potrebbe fare lo stesso discorso che abbiamo fatto per Elementary: ha davvero senso seguire un serial che è la copia sputata di un altro?
Elementary (Pilot, CBS)

COS'È: l'ennesimo tentativo (palesemente fuori tempo massimo) di sfruttare la rediviva notorietà di Sherlock Holmes.
Grave grave grave errore di timing.

Tutto è iniziato nel lontano 2009, quando Guy Ritchie ha dato un primo, ma fondamentale, scossone alla tradizione cinematografica natalizia presentandosi su tutti gli schermi italiani con un film intitolato Sherlock Holmes.
Io credo non lo ringrazierò mai abbastanza.
Non tanto per il film, (che comunque è valso i soldi del biglietto) quanto per la dimostrazione che no: non è necessario fare un film volgare, o strettamente natalizio o per forza di cose ambientato in inverno per fare boxoffice.
Guy, grazie.
Poi è arrivato il 2010 e la BBC ha voluto riprendere il personaggio di Conan Doyle ambientandolo però nella moderna Londra.
Risultato? Sherlock, una serie tv che rasenta la perfezione e in grado di creare assoluta dipendenza.
Once Upon A Time (2x01, ABC)

COS'È: il primo episodio della nuova stagione di una delle serie tv meglio riuscite degli ultimi anni.

Come già detto, la ABC ha sempre usato i serial per svecchiare la propria immagine di "canale Disney dedicato alle famiglie".
Come Once Upon A Time riesce in questo intento senza eliminare l'aspetto disneyano, anzi, rendendolo il fulcro di tutta la narrazione.
La favole e i relativi personaggi, dopo una stagione indimenticabile, ritornano con una nuova consapevolezza, ma anche con nuovi problemi.
Smarchiamo subito uno dei lati negativi di questa serie: gli effetti speciali facevano e continuano a fare schifo.
Non so come sia possibile con i badget faraonici di cui dispone la ABC, ma è così: i VFX sono inguardabili e, siccome a parlare di questo aspetto si rischia di cadere nello spoiler, continuo a blaterare a caso fino all'interruzione di pagina.
666 Park Avenue (pilot, ABC)

COS'È: la nuova serie tv della ABC che, nonostante l'appartenenza a The Walt Disney Company, da qualche anno ha scelto di darsi un tono meno familiare.

Volendo fare un paragone, la ABC svolge per la Disney lo stesso ruolo che ricopre Pixar per il cinema: entrambi mirano a "svecchiare" l'immagine della casa madre.
Il canale televisivo ha intrapreso questa strada con un'infornata di drama mai visti, e no, in questa sede non citeremo Lost *puke*, ma piuttosto Revenge, The River e V.
666 Park Avenue si inserisce in questa falsariga, ambientandosi in un palazzo di NYC (al 666 di Park Avenue, direte voi; no, vi rispondo io: al 999) in cui inquilini hanno una particolarità: hanno fatto tutti un patto col diavolo (sì, è Locke di Lost, ora BASTA però) per ottenere la cosa a cui tengono di più al mondo: la fama, l'amore di una persona scomparsa, il successo e via dicendo.
Prometheus (Ridley Scott, 2012)

COS'È: il prequel del prequel - o pre-prequel - di Alien. Quindi sì, ci sarà anche un prequel-e-basta. Che tecnicamente sarà un sequel del pre-prequel.
Sì, ok, mi fermo.
Scusatemi.

Per poter parlare di Prometheus dovrebbero essere imposti dei divieti tipo:
- evitare di citare i sequel e gli spin-off
- evitare di citare la parabola discendente di Scott
- evitare di citare i capolavori di Scott
- evitare dei paragoni troppo diretti con Alien
Detto questo, partiamo.
Prometheus è un film difficile da giudicare, principalmente per le contraddizioni che presenta.
Visivamente ci troviamo di nuovo davanti ad un film quasi ineccepibile che mantiene sempre alto il livello di attenzione ed engage (sì, ho detto engage).
Pietà (Kim Ki-duk, 2012)

COS'È: il ritorno in grande stile di uno dei massimi esponenti del cinema sudcoreano (non che se ne fosse mai andato, però, ecco, diciamo che si era un attimo distratto e gli era scappato Arirang).

Nell'angolo di mondo dove anche i sentimenti più puri devono piegarsi alla pressione del capitalismo e delle macchine industriali (il quartiere Cheonggyecheon, a Seoul), è comparsa una minaccia più grande della fame, dei debiti e della morte: un aguzzino che tortura i debitori per riscuotere (per conto terzi, ovviamente: ci muoviamo nei bassifondi di chi non ha LETTERALMENTE nulla da perdere) le assicurazioni sugli infortuni.
Pietà si riferisce non al senso più comune di questa parola, ma alla pietas intesa come dovere verso la propria famiglia, l'istituzione in grado di segnare così profondamente la vita di Gang Do, sia per l'iniziale assenza sia per la prepotente presenza con cui si manifesta all'improvviso.
TED (Seth MacFarlane, 2012)

COS'È: il debutto sul grande schermo del creatore dei Griffin, di American Dad e di The Cleveland Show.

Si apre il periodo d'oro di Seth MacFarlane.
Non che finora gli sia andata male: in Fox fa in bello e il cattivo tempo, da re della domenica sera quale è.
Ma la notizia che sarà il prossimo conduttore degli Oscar arriva in contemporanea con lo sbarco sui nostri schermi del suo lungometraggio: Ted.
L'idea la conosciamo tutti: un bimbo attaccato al suo orsacchiotto desidera talmente tanto che questo prenda vita da venire soddisfatto.
Fin qua, tutti i fumettomani come me stanno urlando al sacrilegio perché noi siamo quelli con tutti i numeri di Calvin&Hobbes a casa.
Ma c'hanno detto che non dovevamo partire prevenuti e ci siamo calmati.
Poi abbiamo visto il trailer e tutti i fumettomani come me hanno ripreso ad urlare al sacrilegio perché noi siamo quelli che abbiamo dovuto comprare una libreria nuova per metterci tutti i numeri dell'Internazionale che contenevano le strisce di Mr Wiggles.
Partendo da quest'ultimo, quindi, la domanda è: può esistere un orso più irriverente, più dissacrante, più cinico e più pervertito di lui?
Ribelle - The Brave (Mark Andrews e Brenda Chapman, 2012)

COS'È: il tredicesimo film della Pixar Animation Studios e no, non ho intenzione di spiegarvi chi è la Pixar Animation Studios.
Partiamo male, se non sapete chi è.

Brave paga da subito uno scotto rilevante: quello delle aspettative per essersi presentatato sul grande schermo dopo un film minore (dal punto di vista artistico, ma gigante da quello del marketing e del merchandise) come Cars 2.
Non è un dettaglio, anche se nessuno ne ha parlato: i film d'animazione hanno una preparazione lunga anni e non sono legati ad una stagionalità precisa (normalmente i film US ambientati d'estate escono d'estate, quelli ambientati d'inverno escono d'inverno), di conseguenza anche il loro lancio è frutto di un'attenta pianificazione relativa agli altri film della stessa casa e delle case concorrenti.
Cars 2 era un film totalmente all'interno delle scelte di marketing disneyane per due aspetti: è un sequel ed è una roba che c'ha stampato sulla locandina a caratteri cubitali "MACCHINA PER VENDERE MACCHINE".