Nuovo anno

E so già che accadrà sempre più o meno la stessa cosa.
Che prima di iniziare a scrivere, inconsciamente, penserò alle persone che leggeranno come ai miei nemici.
È una cosa priva di ogni rancore. Però guardo il mio virtuale foglio bianco, e penso o dico: Dai, facciamogli il culo.
Sono i miei antagonisti. Sono lì perché si aspettano qualcosa, e io devo convincerli. È come andare in scena. Fare uno spettacolo.
Però non sono un attore. Non ho una parte. Sono me stessa e basta, e a volte neanche per intero.

Greimas elaborò una teoria, quella degli attanti. Ovvero persone che svolgono un compito, che hanno un ruolo, ma non sono personaggi, non sono attori, sono loro stessi, all’interno di un piano. Quando scrivi sei un attante. Non ti metti nessuna maschera e non hai nessun copione, ma l’obiettivo è quello di lasciare senza parole.
Quando capita anche a te, allora il momento è perfetto.
Doctor Who - Last Christmas (2014 Xmas Special)

COS'È: lo specialone di Natale che ci serviva per affrontare emotivamente il dramma di Death In Heaver e che io recensisco anche se non ho fatto lo stesso con le ultime puntate dell'ottava stagione.
Perché?
It's a long story.
#soocate

Gli speciali di Natale sono delle brutte bestie: l'unione tra le festività e il sci-fi whoviano crea spesso dei mostri (2008, Voyage of the Damned, orrendo), ma fortunatamente non sempre.
Stavolta è una di quelle che vanno per il verso giusto, segnando anche un notevole miglioramento rispetto agli ultimi anni. Last Christmas è, inoltre, uno degli episodi più horror di Peter Capaldi che per molti è già uno Scrooge fatto e finito, quindi perché non approfittarne?
Lo Hobbit - La Battaglia Delle Cinque Armate (Peter Jackson, 2014)

COS'È: ce l'abbiamo fatta, amici: è finita anche questa sofferenza.

Premessa: ho amato la trilogia del Signore Degli Anelli (ma va'? Chissà come mai si chiama così questo blog) e la riguardo sempre volentieri.
Mi ha fatto piacere vedere quel mondo (per anni solo immaginato) prendere vita davanti ai miei occhi e, con la giusta terapia, sono riuscita a perdonare a Jackson delle cose che sul momento non credevo perdonabili.
Sì, ok, ha fatto diventare il film una storia d'amore fra Aragorn e Arwen, Gimli gli è servito solo come linea comica, Legolas è stato lo spunto buon per gli effetti speciali e (sono ancora un po' turbata per questo, lo ammetto) ha mandato Frodo a Osgiliath (PERCHÉ??), ma tutto sommato mi è andato bene, è stato bello.
Credo che, nazisti del fantasy e ammiratori di Tom Bombadil a parte, siate tutti d'accordo con me.
Proprio per questo NON possiamo tollerare l'intera trilogia dello Hobbit e men che meno l'ultimo capitolo.
Buon Natale... sort of!

Charles Dickens ci aveva visto lungo.
Canto di Natale dopo 150 anni, con le dovute differenze, rimane un'ottima critica alla vita nelle società post-industriali e all'individualismo, oltre che alle condizioni tragiche delle classi più povere nell'Inghilterra della metà dell'ottocento, così forte che durante tutta la seconda metà del novecento sono stati fatti adattamenti cinematografici e televisivi del racconto.
Io Dickens mica lo conoscevo fino a che non sono arrivata alle medie, quando l'abbiamo trasformato nella recita di fine anno, il terzo anno.
Io facevo il fantasma del Natale Futuro. Giuro.
Poi uno dice la vocazione.

Gone Girl (David Fincher, 2014)

COS'È: un film bellissimo per il quale tutte le distribuzioni mondiali stanno ridendo dietro all'Italia grazie a quel sottotitolo di merda (L'Amore Bugiardo).

Io ho fatto una piccola ricerca per voi e ho controllato il titolo di uscita in tutti i paesi dov'è stato distribuito e la traduzione va da Gone Girl a Missing Girl passando per dei fumosi Perdida o Em Parte Incerta.
Tutto molto coerente, sia col titolo originale che con la trama del film.
Indovinate qual è L'UNICA parola che non è mai presente nelle varie traduzioni (oltre che in tutta la filmografia di Fincher)?
'Amore', esatto: 'sto stracazzo di amore che noi infiliamo ovunque altrimenti 'la gente non va al cinema'.
Che può essere anche un bel ragionamento, ma Gone Girl non è esattamente una commedia romantica: è Fincher che fa Hitchcock. E lo fa pure bene.
Il meglio del 2014

Ha senso questo post che tutti noi facciamo a fine anno?
Se ci fosse una cosa come "il bello" (in senso oggettivo e universale) non esisterebbe la critica cinematografica, ci sarebbe solo una persona, con un ufficio in Galleria Vittorio Emanuele, che vi dice quali sono i film belli e quali no.
E infatti questa persona esiste e sono io: per l'ufficio mi sto attrezzando, ma intanto il blog mi sembra compensare abbastanza bene.
Siccome ho avuto ripetute conferme su come la gente non capisca un cazzo, vi agevolo un bignamino di facile consultazione, così, come al solito, potrete fingere una passione cinefila che non vi contraddistingue e infilarvi facilmente nelle mutande della tipa che vi piace.
Al contrario, purtroppo, non funziona, mi spiace ragazze: se riuscite a capire come fare, mandatemi una mail.

Frank (Lenny Abrahamson, 2014)

COS'È: il film che ha ottime possibilità di diventare un culto per tutti i fattoni artistoidi che se la sentono e quelli che odiano i fattoni artistoidi che se la sentono. Quindi tutti noi.

Frank è un film così strano e bizzarro che è praticamente un miracolo come riesca a funzionare in ogni sua parte.
Se dovessi cercare una definizione esaustiva - senza peraltro riuscirci - direi che è una strana fiaba punk 'n' roll.
Non saprei come altro descrivere la performance di Michael Fassbender, o almeno quello che i credits ci dicono essere Michael Fassbender, che per tutto il film (anche sotto la doccia) si aggira con una gigantesca maschera di cartapesta sul volto.
Potremmo chiederci i motivi per cui hanno preso e pagato una star di questo calibro per non farla mai vedere, ma tant'è: Frank è un gigantesco rischio su cellulosa che riesce a non avere mai velleità artistiche nonostante il cast impressionante.
Big Hero 6 (Don Hall e Chris Williams, 2014)

COS'È: prendete WALL-E, mischiatelo con Gli Incredibili e otterrete il film di Natale della Disney.
Non sembra, dite? Ok, vi sfido a non piangere.
Fatemi sapere, poi.

In una città ibrida con la geografia di San Francisco e l'architettura di Tokyo, dove dirigibili in stile Blade Runner attraversano il cielo e robot telecomandati si battono nei vicoli malfamati a suon di scommesse, è impossibile non innamorarsi di Baymax, un golem gonfiabile che dà nuovo significato alla parola 'altruismo'.
72simi Golden Globe Awards - nomination

Siccome quest'anno i 49ers stanno andando di merda, colmo il vuoto fino alla prossima sconfitta con le nomination per i Golden Globe 2015.
Anche se pure quest'anno non li presento io.
Questa mancanza di rispetto verrà punita.

(in giallo il vincitore se tutto dipendesse da me)

Ida (Pawel Pawlikowski, 2014)

COS'È: un film troppo intelligente per essere distribuito in Italia. Perché va bene non vedere tutto quello che producono alcuni paesi interessantissimi (in questo caso la Polonia), ma sia mai che ci perdiamo una cazzo di commedia francese di merda.

Alcuni di noi sono ossessionati dal passato, alcuni dal presente, altri dal futuro.
Anna è ossessionata da tutti e tre contemporaneamente, dato che scopre di avere grossi, grossissimi problemi di identità: talmente grossi per cui Anna non è neppure il suo vero nome.
Ma andiamo con ordine.
Lo Sciacallo - Nightcrawler (Dan Gilroy, 2014)

COS'È: il motivo per cui chiunque lavori all'interno delle distribuzioni italiane dev'essere licenziato in tronco ADESSO, 'che quella traduzione lì non si può vedere.

Muovendosi selvaggiamente tra satira, psicologia e dramma morale, Nightcrawler (perché così lo chiameremo) attacca il giornalismo televisivo contemporaneo, ormai fatto solo di shock e steroidi.
Ok, diciamo subito la verità: la critica sociale di Gilroy non è mai convincente fino in fondo (ma non è un suo esclusivo difetto: sembra sia impossibile criticare il sensazionalismo dei media senza fare lo stesso errore), ma se chiudiamo gli occhi su questo aspetto, il film è fantastico.
Mommy (Xavier Dolan, 2014)

COS'È: un film sull'ora e il sempre, sui legami tipici di ogni famiglia e di come i membri lottino per rafforzare o romperli.
E la riprova che sì: Dolan va tenuto d'occhio.

Mommy si svolge in un immaginario prossimo futuro canadese dopo l'adozione di leggi che impongono ai genitori di bambini con disturbi emotivi di assumersene piena responsabilità oppure di inviarli ai centri di detenzione.
Detta così, sembra l'inizio di un thriller distopico di Cronenberg, in realtà è solo l'introduzione di uno psicodramma familiare estremamente reale.
The Babadook (Jennifer Kent, 2014)

COS'È: un horror psicologico (sort of) come non se ne vedevano da un po'. Se aggiungiamo anche che è un'opera prima, beh, direi che The Babadook val ben una visione.

Che poi horror è una parola forte, per i canoni odierni.
Più disturbante che sconvolgente, più inquietante che sanguinoso, The Babadook ritorna quasi alle origini dell'orrore: il terrore non è dato da lame affilate o da pazzi psicopatici con una motosega, ma parte dalla profondità della nostra quotidianità.
Dai problemi irrisolti, da sotto il letto, da dentro l'armadio.