Exodus: Dei e Re (Ridley Scott, 2014)

COS'È: no.

Due uomini potenti - fratelli di diverse madri e grandi amici sin dall'infanzia - si ritrovano uno contro l'altro quando il padre ne elegge uno come suo preferito.
Scontri, tradimenti e un eccidio di massa sono i risultati di quello che accade quando questi due ex migliori amici diventano acerrimi nemici quasi all'improvviso.
È la recensione di Thor, in estremo ritardo?
No, sto parlando dell'adattamento di un altro prodotto di fantasia: la Bibbia e l'ultimo film di Ridley Scott.
Nell'eterna sfida tra Marvel e DC, Exodus ci ricorda che adattare qualcosa è un rischio che spesso sfocia nel LOL.
Perché questa scelta visto che dalle sale è appena sparito Noah?
Forse pensavano di fare un bel lavoro con tutte quelle rane, locuste, coccodrilli e agnelli sgozzati (uno pensa che Dio nella sua onniscienza sappia distinguere il suo popolo dagli infedeli e invece ha bisogno di costate grondanti sangue appese sulla porta di casa).
Invece la vera piaga è stata un'altra: la CGI più insignificante degli ultimi cinque anni.
Still Alice (Richard Glatzer e Wash Westmoreland, 2014)

COS'È: un film leggero su una malattia spaventosa.

Un film che sceglie di trattare l'argomento della malattia è coraggioso a prescindere perché ci sono pochissimi modi per farlo correttamente: il rischio di essere troppo superficiali o di scadere nella morbosità è altissimo e lascia veramente poco spazio d'azione.
L'Alzheimer era già stato trattato in maniera immensa ed impressionante da Haneke in Amour, quindi perché parlarne ancora?
Sì, si poteva evitare, se non fosse per la straordinaria interpretazione di Julianne Moore, giustamente in corsa per gli Oscar (e ammettiamolo: l'unica che possa impensierire la protagonista di Gone Girl).
Big Eyes (Tim Burton, 2014)

COS'È: Tim Burton che vuole fare Wes Anderson.

Allora, io ve lo dico: Tim Burton legge il mio blog.
Mi sembra evidente: dopo essere entrato di diritto nel mio prestigiosissimo vademecum dei registi che #AncheNo, ha deciso di darsi una mossa.
Si è scrollato di dosso tutta l'aura emo-dark mollando la moglie, smettendo di fare sempre lo stesso film (Tim Burton è la versione cinematografica degli AC/DC) e votandosi anima e corpo al copiare uno dei pochissimi registi statunitensi che riescono a girare all'europea.
Il risultato è un film noiosetto che avrebbe potuto fare qualunque studente dello IED.
No, ma bella prova, bravo.
The Imitation Game (Morten Tyldum, 2014)

COS'È: il film a metà tra A Beautiful Mind e Tinker Tailor Soldier Spy, che vorrebbe rendere onore ad un vero eroe di guerra (non come quell'altro) e invece fallisce abbastanza vistosamente.

Fare un biopic emozionante su un matematico è quasi un ossimoro, ma se c'è una vita che vale la pena di essere raccontata, questa è quella di Turing, pazzesca e drammatica, con ripercussioni future inaspettate.
La vita di Turing è la storia di uno dei più disgustosi tradimenti personali del XX secolo, di una persecuzione abominevole ma anche della decodifica di un codice che ha salvato le sorti dell'umanità*.
Academy Awards 2015 - Le nomination

Dopo ben tre post dedicati, finalmente sono uscite le nomination agli Academy Awards 2015.


Le vediamo in velocità e le commentiamo?
Come il solito in verde il mio voto, in blu chi credo vincerà (conoscendo Hollywood); in rosso quando io e Hollywood potremmo essere d'accordo:
Pronti via:
American Sniper (Clint Eastwood, 2015)

COS'È: una fotografia chirurgica e fanatica della guerra.

Lo so che la locandina che ho utilizzato non è quella italiana, ma questa è decisamente più esplicativa.
American Sniper esce in un momento che più perfetto non si può, con la strage di Charlie Hebdo ancora in testa: metà dell'audience lo troverà il film dell'anno, l'altra metà uscirà schifata dalla sala.
Io rientro nella seconda tipologia di persona.
E sia chiaro che la regia di Eastwood mi piace: meno la sceneggiatura.
72simi Golden Globe Awards - i vincitori

Finiti da poche ore, i Golden Globe sono solitamente una buona cartina tornasole per gli Oscar.
Qui c'erano le nomination e le mie previsioni (diciamo, più che altro, chi avrei premiato io).
Sotto, invece, i vincitori: in giallo la mia scelta, sottolineato il vero vincitore.
Tutto sommato, ne ho beccati un sacco.
Ci sono però due premi assolutamente SCANDALOSI.
Filmoni non candidati a Best Picture: 2000-2009

[film 1980-1898]
[film 1990-1999]

Se Gesù vuole, dopo questo post HO FINITO.
Iniziate ad avere l'impressione che alcuni film siano tagliati fuori dalla corsa alla statuetta più prestigiosa? Sappiate che avete ragione.
Votanti dell'Academy: siete vecchi e conservatori, tanto da non concepire l'esistenza di film fantasy, sci-fi, commedie, horror o, in tempi più recenti, film super-eroistici o scorporati in diversi sequel.
Fate qualcosa perché questo inficia pesantemente la produzione annuale.
Piacciono a tutti i drammi intensi e i thriller, ma nella vita c'è anche altro.
Tipo questi di seguito che non sono stati presi in considerazione negli anni 2000:
Filmoni non candidati a Best Picture: 1990-1999

[puntata precedente]

Ebbene sì, continua la listona e stavolta parliamo degli anni '90, un grande decennio per il cinema.
C'erano tante facce nuove, sia davanti che dietro la macchina da presa (pure nelle produzioni): molto nomi hanno iniziato in questo periodo a fare il grande salto dal teatro al grande schermo. O dalla tv al cinema.
Ogni anno sembrava avere più film rispetto al precedente e sempre di qualità maggiore, merito anche di un marketing estremamente sapiente e di una CGI che faceva passi da gigante.

Ma l'Academy era restia al cambiamento, tanto che al boom di produzione non segue un adeguamento degli Oscar che continuano ad attestarsi sui 5 titoli.
Davvero pochi, visti il decennio in questione.
Chi è rimasto fuori dalla corsa all'ambito premio?
Vediamo:
Filmoni non candidati a Best Picture: 1980-1989

Scaturito da una conversazione dei giorni passati, ho iniziato a raccogliere i film che io avrei candidato agli Oscar in quella che è considerata la categoria più importante (non per me) per poi scoprire che sono tantissimi e non mi stanno tutti in un solo post. Quindi provo a dividerli per decenni, così arriviamo tutti preparati al 15, quando escono le nomination di quest'anno.

Il punto è: anche nei periodi più bui del cinema, ci sono sempre dei film decenti. Purtroppo non sempre vengono notati da quello che dovrebbe essere il premio più ambito nel settore.
Il motivo principale è che quelli degli Academy sono degli snob di merda che non hanno le palle di premiare un popcorn film come Best Pictures.
Per chi non fosse avvezzo agli inglesismi, un popcorn film è un lungometraggio creato solo per l'intrattenimento, senza grossi contenuti drammatici, messaggi ispiranti o profondità intellettuali.
Insomma, un filmetto, direbbe qualcuno.
COL CAZZO!
Nel corso degli anni, un sacco di capolavori sono passati inosservati solo perché queste pregiudizio è duro a morire.
Vediamo chi si meritava una nomination a Miglior Film (non vittoria, magari: solo nomination) e non l'ha ricevuta:
Spiega: del comportamento al cinema

Perché io ho un solo desiderio per questo 2015: che mettano la selezione all'ingresso in tutte le sale.
Perché se non siete capaci di comportarvi degnamente, STATE A CASA.

Tutti.
Sì, anche voi.
Perché sono sicura che fate qualcosa che considerate senza peso e invece io ogni volta vi vorrei uccidere.

Andiamo con ordine:
Star Wars: il revisionismo di Lucas e la riedizione del '97

È il 1997 e i "vecchi bambini" degli anni ’70 si stropicciano gli occhi.
Ma che daverodavero? Ritorna?
Voci. Rumors. Speranze. E poi conferme. Discorsi fatti di ricordi e di futuro.
Perché poi, ormai è certo, arriverà un nuovo film. Anzi no, una nuova Trilogia.

Non l'abbiamo ammesso tutti con facilità, ma rifare la fila alla cassa pervasi da quella dolce agitazione allo stomaco, da quella trepida e impaziente attesa che nulla ha a che spartire con la rassegnata razionalità di una donna adulta (cosa che comunque continuo a non avere), è stato un dono insperato.
Come tanta altra gente, ho un attaccamento speciale alla saga di Star Wars.
'Ma va?'
No, giuro.
Io mi ricordo l'emozione di quando nel 1999, giovane ed entusiasta, andai a vedere la prima di Episodio I, circondata da centinaia di persone con la mia stessa passione.
Partita la fanfara di Williams mi son venuti i lucciconi istantanei. Poi, grazie a quella blasfemia che è quel film di merda, il cinismo è tornato e mi sono ricordata che il sentore della minchiata ce l'avevo avuto.
Due anni prima, per la precisione.
Durante il famoso RESTAURO.
Guerre Stellari: il doppiaggio e l'adattamento italiano del '77

Finalmente possiamo dirlo: quest'anno esce Star Wars.
Mancano giusto quei 340 giorni, ma possiamo impiegare questo tempo per approfondire bene tutto quello che i neofiti (sì, raga, ne esistono ancora) o i distratti possono aver perso.

Considerato che ancora non è chiarissimo se in Italia saranno presenti anche delle proiezioni in lingua originale e che io vedo l'intera saga in inglese da... boh, da sempre, è il caso di ripassare insieme i nomi italiani e provare anche a spiegare le scelte di doppiaggio che vennero fatte nel lontano '77.
Monografia: Il cinema di David Fincher (seconda parte)

[
[prima parte]

E riprendiamo il mio sproloquio su Fincher, in particolare su cosa rende uniche le sue composizioni, i posizionamenti della camera e i movimenti; nulla è mai fatto a caso e tutto è pensato per creare drammaticità o tensione.
Quanti riescono a fare quello che fa lui?
Non molti a mio avviso.
Poi sì, non è che tutti i suoi film siano dei capolavori (di chi possiamo dirlo, in fondo?), ma girare gira benissimo, dobbiamo ammetterlo.

Per usare le sue parole:
Some people go to the movies to be reminded that everything's okay. I don't make those kinds of movies. 
E meno male, grazie David, almeno tu.
Dov'ero arrivata?
Ah, sì
Monografia: Il cinema di David Fincher (prima parte)

[E iniziamo l'anno con una botta di positività e perché mi va di parlare di uno dei registi che stimo di più]

L'essere umano è un enigma in primo luogo per se stesso e questo principio è solidamente alla base della filmografia di David Fincher: tra ombre e segreti, ogni relazione che intraprendono i suoi personaggi è costellata di bugie e perversione.

Fincher è conosciuto tra gli addetti ai lavori come un regista meticolosissimo, in grado di pretendere di girare una singola scena più di 50 volte per avere più opzioni in fase di montaggio.
Come molti altri, ha iniziato a dirigere video musicali e spot pubblicitari per Propaganda Films (esattamente come Michael Bay, Michel Gondry, Spike Jonze e Zack Snyder) ma ora è riconosciuto come uno dei moderni autori americani.

Prendendo spunto da Hitchcock, Fincher approfondisce la suspense che deriva dalle ombre. I suoi film sono visivamente cupi e riflettono, così, i personaggi che ritraggono, i quali mascherano sempre qualche segreto o perversione. In pratica prende lo stile noir e lo adatta a drammi e thriller, rendendoli un successo (quasi sempre).

Questo post-spiega-listona si propone di rendere omaggio a un regista in grado di applicare la sua lucidità misantropa a qualunque racconto.