Frozen - una nuova recensione perché mi fate incazzare da morire

Ok.
L'ho visto in italiano.
L'ho rivisto in inglese.
Son qui che scalpito perché voglio rivederlo in italiano E in inglese in 3D.
Nel frattempo ho scritto due parole qui.
Giusto due, mi son detta, che non voglio spoilerare niente a nessuno, tanto quando lo vedono capiscono subito la bellezza del film che scorre davanti ai loro oggi.
...
E invece UN CAZZO.
Ho compiuto l'errore di leggere varie recensioni e ora sono incazzata da morire.
Non so neanche perché perdo tempo: certa gente non saprebbe distinguere un elefante da un elefante marino e si mette a parlare di film.
Vi odio, santiddio, vi odio dal profondo del cuore.
Voi siete la progenie di quelli che, alla proiezione dei Fratelli Lumière, sono scappati dalla sala e il giorno son andati in giro a dire tutti che quella era un'arte senza futuro. Vi ho riconosciuti.
Prisoners (Denis Villeneuve, 2013)

COS'È: uno dei thriller più brutti, noiosi e telefonati degli ultimi anni.

L'unica vera domanda che sembra porre questo film è: è possibile rimanere svegli durante la visione di questo film?
La risposta è no, nella maniera più assoluta.
Se non vi siete addormentati, i casi sono due:
- è il primo e unico thriller che abbiate mai visto
- siete Denis Villeneuve

Nel primo caso, beh, i miei complimenti: dove avete vissuto finora?
Nel secondo caso, beh, i miei complimenti: bel film di merda, Denis.
Prisoners è un torture movie gratuito, nel senso che tutto ciò che riguarda Keller e Alex è irrilevante al fine delle indagini e ci ricorda solo quanto vadano di moda ultimamente i film dove il protagonista è un cripto (ma neanche poi tanto cripto) fascio.
Perché, fuori dai denti: chi è il colpevole si capisce la prima volta che entra nell'inquadratura.
Frozen (Jennifer Lee e Chris Buck, 2013)

COS'È: il 53simo film del canone classico Disney, ispirato a La Regina Delle Nevi di Hans Christian Andersen.
E aggiungerei: ispirato davvero bene.

In un anno in cui - a parte Miyazaki - le animazioni sono state davvero pessime, Frozen è (facili battute a parte) una boccata d'aria fresca.
Certo, la scritta lì in alto 'dai creatori di Rapunzel e Ralph Spaccatutto' è un pochino fuorviante: la leggerezza c'è, la morale 'alternativa' passata tramite temi classici anche, la perfezione della CGI ormai è indiscutibile, solo che... il risultato è diverso.
I personaggi sono un pochino più 'grezzi' e ho la netta sensazione che non servisse allungare il film: bastava rimodellare alcune battute, renderle meno 'standard' e più tagliate sul carattere dei personaggi che, purtroppo, qui parlano tutti in maniera molto simile (non ci sono guizzi verbali, peculiarità nella dizione...).

[PARENTESI DOPO LA VISIONE IN LINGUA ORIGINALE: ecco, in inglese c'è tutto, quindi niente, è perfetto]

Da dove viene allora l'adattamento magnifico di cui parlavo all'inizio?
Doctor Who - The Time Of The Doctor (Xmas Special - 800simo episodio)

COS'È: lo specialone di Natale del Dottore.
E siamo a quota 800 episodi.
(O T T O C E N T O!)

Ma chi è che ha convinto Moffat che sarebbe stato un grande sceneggiatore di sci-fi?
Perché NON CI SIAMO PROPRIO.
Forse più di qualunque altro genere, il sci-fi vive di regole estremamente precise e soprattutto di concatenazioni.
Ovviamente spesso si sfora nell'action - e ci mancherebbe, sai che palle altrimenti? - ma a livello di scrittura, di narrazione, cosa c'ha dato questo episodio?
Assolutamente nulla.
Moffat si crea un problema e si diverte un mondo a tentare di risolverlo, il che potrebbe anche andare bene, se la story line principale nel frattempo andasse avanti.
E invece no.
Niente viene aggiunto a ciò che sapevamo già e, cosa peggiore, non viene nemmeno introdotto degnamente Peter Capaldi.
Cosa mi devo aspettare dal nuovo Dottore? Che tipo è? Quale sarà la sua catchphrase? Ma soprattutto, a quale cavolo di punto della storia siamo rimasti?
Che facciamo? Lo buttiamo via tutto, questo episodio?

Gli zombie - pt. 02

[BENVENUTI AL DICIOTTESIMO POST-SPIEGONE DI QUESTO BLOG]

Che poi non è una spiega, ma un compendio di cose di zombie che non andrebbero perse per nessuna ragione al mondo.
Il perché dovreste vedere ed apprezzare questi film lo trovare qui, ma è fondamentalmente riassumibile in: PERCHÈ DI SÌ.

In realtà la classifica comprende anche zombie in senso lato, cioè non morti viventi, ma 'semplici' infetti che danno la caccia ai superstiti.
La differenza è sottile, ma prima che rompiate i coglioni era giusto evidenziarla e farvi star zitti.
Tutto ok?
Bon, iniziamo, tendenzialmente in ordine sparso, con un occhio di riguardo per la massima espressione di questo genere:
George A. Romero.

Gli zombie - pt. 01

[BENVENUTI AL DICIASSETTESIMO POST-SPIEGONE DI QUESTO BLOG]

Ve l'avevo promesso, quindi eccoci qui a parlare di un tema estremamente natalizio: lo zombie.

Tra tutti i mostri, questi esseri lentissimi con la loro fame atavica sono assolutamente i miei preferiti e (finger crossed) potrebbero anche essere uno dei pochi prodotti del cinema horror che non cadranno alla pussyfication degli ultimi anni.
Addio, amici vampiri; addio, amici licantropi,
è stato molto bello, ma o la smettete di luccicare, di girare senza t-shirt e di essere dei fighi o noi non abbiamo più nulla da dirci.
Grazie a iddio non riesco proprio ad immaginare un film in cui gli zombie facciano aperitivo in centro prima di azzannare qualche cervello.
Insomma, ci spero, cazzo.
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Lo so, questo blog non è famoso per la sua serietà, ma che vi devo dire: sarà la magia del Natale, sarà l'essere a casa e l'avere un po' di tempo finalmente per pensare, sarà quello che volete ma due frasi meno sceme del solito le vorrei provare a dire.
Siccome, però, io non sono brava con le parole (bella idea quella di avere un blog!) preferisco fare solo una piccola introduzione e poi affidarmi al discorso di qualcun altro.

Avere un blog di recensioni significa da un lato esporsi a confronti e critiche, dall'altro magari farsi conoscere agli occhi di persone che, live o virtualmente, ti etichetteranno.
'È la vita', direte voi.
Sì, vi rispondo io, solo che qui ci sono un po' meno feedback e, se non essere capita mi intristisce, essere intuita e dedotta mi svilisce.
Solitamente perché la gente deduce accazzo.

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Fanno tutti le classifiche di fine anno, e chi sono io, la figlia della serva?
In rigoroso ordine sparso e con una numerica random, come agli Oscar:

- VENERE IN PELLICCIA (Roman Polanski): ok, ordine sparso un cazzo. Questo è SICURAMENTE il mio film dell'anno e il perché l'ho già detto qui. Mi ripeto velocemente: anche a volerlo cercare col lanternino, questo film non ha difetti, sotto nessun punto di vista. È così bello che resta figo pure se lo vedete doppiato in italiano, per dire.

- THE WIND RISES (Hayao Miyazaki): è proprio vero che Dio ha la barba bianca. Però si son scordati di dirci che è anche nipponico e che fa del film della madonna. Ci lascia con questo capolavoro dal quale è uscito questo mio sproloquio. Riassumo dicendo che è forse il suo film più maturo e più importante, probabilmente in molti se ne renderanno conto tra qualche anno; nel frattempo dicono un sacco di cazzate.

- LOCKE (Steven Knight): non è ancora uscito in Italia, ma pare che arriverà nell'aprile del 2014. Devo dire che non ci speravo perché si sa che se un film non è una stronzata francese pseudo-ilare, noi non lo distribuiamo. E invece mettetevi un bel promemoria perché, come ho già detto qui, non so quante altre volte vi capiterà di vedere un film così lineare ed emozionante. Nolan, prendi nota. E un grazie speciale ad Andrea di Frames Addicted che mi ha permesso di vedere il film a Milano, dato che l'avevo perso a Venezia.

The Wind Rises (Hayao Miyazaki, 2013)

COS'È: il capolavoro finale di uno che nella sua vita ha prodotto solo capolavori.

Parlare in maniera imparziale di Miyazaki non mi è facile, anche se sono dell'idea che siano molto più faziosi quelli che - per motivi a me ancora sconosciuti - parlano male dei lavori dello Studio Ghibli.
Giuro che mi ci sono messa d'impegno, ho provato a seguire i loro ragionamenti, ho letto le recensioni, mi sono riguardata i film nella loro ottica, ma niente: secondo me dicono cazzate.
Tutti i film di SuaMaestà sono ineccepibili e quando magari sembrano un po' meno 'magici' restano comunque dei lavori quasi privi di difetti.
Miyazaki ha scoperto come si fa a non essere didascalici: si bypassano le parole e si parla al cuore, tramite le esperienze comuni che tutti abbiamo vissuto e che abbiamo anche 'dimenticato' una volta cresciuti.
Ma sono cose che in realtà non si scordano mai - esattamente come non ci si scorda come si va in bicicletta, grande tema del maestro, non a caso - infatti basta una piccola spintarella ed eccoci lì, a capire esattamente come si sentono Sophie, Chihiro, San, Satsuki, Mei, Kiki... e Jirō.
Wrong Cops (Quentin Dupieux, 2013)

COS'È: il lungo dopo Rubber aka il terzo film di Mr. Oizo (sì, la palletta gialla della pubblicità della Levi's, sì).

Peccato.
Davvero peccato, perché Rubber era pressoché perfetto, aveva un solo difetto e Wrong Cops era l'occasione per dimostrare di aver imparato.
Il problema del pneumatico assassino era chiaro: l'intero film non reggeva la pazzesca scena iniziale, quella del monologo.
Quattro minuti di perfezione sotto ogni aspetto, quattro minuti che ti fanno rinnegare il dio Hollywood per votarti interamente ad una vita fatta di film indie.
Poi però il film non reggeva. Interessante, carino, simpatico, ma dopo *quella* scena tutto sembra un po' sottotono.
Nessun problema: c'è sempre il prossimo film per fare meglio.
E invece.

Oldboy (Spike Lee, 2013)

COS'È: il mio eterno sacrificio per il bene di questo blog.
Ebbene sì: io ho visto Oldboy di Spike Lee e non ho coventrizzato il cinema solo per poter fare questa recensione.
Cioè, ci DEVE essere una sezione del CV dove posso inserire questa cosa, non può essere stato uno sforzo vano.

Al contrario di voi, piccoli hipster inutili, io non ho nulla contro i remake, come spiegato ampiamente qui.
Quindi, nonostante l'odio generalizzato, io sono andata al cinema senza troppi pregiudizi, memore delle cose buone che ha fatto Spike Lee.
Che poi, se ci penso bene, l'unica che gli è riuscita davvero è La 25sima Ora. E Inside Man.
Mh.
A ricordarmelo prima, non c'andavo al cinema, in effetti.
Vabbè, comunque, al contrario di voi io ho donato parte dei miei averi alla cassiera e non l'ho fatto imbottita di tritolo.
Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug (Peter Jackson, 2012)

COS'È: la seconda parte del prequel della trilogia dell'anello. Anzi, il pre-prequel. O il sequel del pre-pre-prequel. Oppure... no, vabbè, basta, dai.

Madonna, devo ancora iniziare la recensione e sono già stanca.
Devo rifare il pippone dei 'film che per essere uguali ai libri devono essere diversi dai libri'?
Dai, l'abbiamo imparato, no?
Andiamo avanti, passiamo al livello 201.
E cioè che sì, ok cambiare il libro, ma per dio, Peter, NON LO TRASFORMARE IN UNA FANFICTION!
Datti un cazzo di limite. Stai lasco, se vuoi, ma datti un limite, perché sì, questo capitolo è decisamente meglio del precedente (quanto meno a livello di ritmo) e sì, va bene, diamo spazio alle sottotrame, ma ti sei forse scordato che il titolo è Lo Hobbit e non Legolas - Endorser Pantene? E neppure Orchi Come Non Ci fosse Un Domani (che per altro nel libro quasi non ci sono)?
C'era Una Volta Un'Estate (Nat Faxon e Jim Rash, 2013)

COS'È: un film meraviglioso che vince il premio per il Titolo Peggio Tradotto Evah.
E come sapete è una categoria nutrita.

Cosa succede quanto prendi due idoli incontrastati delle serie tv (Ben & Kate e Community), li metti insieme e dai loro come attore Sam Rockwell?
Succede che esce un film della STRA madonna, in grado di far piangere sin dal trailer.
E non parlo per sentito dire.
Poi si ride un casino, eh, ma si piange un botto, in un modo così bello, puro e devastante che ti si scioglie il cuore e ti vien voglia di prendere tutti i registi italiani e le loro commediucole banali e scontate e randellarli sonoramente finché non cambiano mestiere.
(Questa frase mi è sfuggita di mano, l'avevo iniziata con l'intendo di fare un'ode ai dolori dell'adolescenza e ad una storia che è intima pur essendo condivisibile da tutti. E invece VIULENZA. Scusate, mi ricompongo).
Hunger Games - La Ragazza Di Fuoco (Francis Lawrence, 2013)

COS'È: oh, capiamoci: ho caricato la primissima locandina perché è mille volte più bella, nonostante la data sbagliata.
Appo'? Appo'.
Ok, ora che vi ho zittiti lo dico: questo capitolo è 'L'Impero Colpisce Ancora' della saga.
Calmi, ora spiego.

Più di una volta, su questo MERAVIGLIOSO blog, abbiamo parlato di come, per essere identici, film e libri debbano tendenzialmente essere diversi, bandendo così definitivamente la frase 'il romanzo era meglio'.
Una volta avrei detto che no, non era il libro ad essere più bello, ma il film che vi eravate fatti voi.
Del resto, una volta ero una persona migliore, dalle frasi ad effetto e dal sonno regolare.

Guardando La Ragazza Di Fuoco questo salta palesemente agli occhi (non il fatto che ero una persona migliore, l'altra cosa): è vero, il film ha un'aderenza al romanzo davvero stupefacente e per la maggior parte del tempo questo non crea problemi - men che meno in chi ha letto i libri. Il problema sorge con alcuni personaggi controversi, come Johanna Mason: se non si è affini allo scritto della Collins, l'ultima mezz'ora di film - finale compreso - può creare un minimo di confusione.