[BENVENUTI ALL'OTTAVO POST-SPIEGONE DI QUESTO BLOG]
[il primo del 2013, evviva]

Dopo aver avuto un'infarinatura sul cinema coreano - uno dei più interessanti del mondo - possiamo tirare le fila di quello che è stato un anno cruciale per l'industria, ovvero il 2012.

Esattamente come la struttura interna della propria società, anche l'industria cinematografica della Corea del Sud ha subito grandi cambiamenti negli ultimi due decenni.
A seguito di una storia turbolenta e della rapida crescita economica, il cinema coreano ha visto aumentare vertiginosamente la propria produzione in un 2012 che ha permesso l'apertura verso nuovi mercati, dato che quello interno stava rapidamente diventando saturo.
Ma se il cinema coreano ha più volte puntato i propri riflettori su questioni nazionali calde e sensibili, mai come ora lo ha fatto così apertamente ed in maniera aggressiva.

È vero che i registi coreani non hanno mai evitato la critica sociale, ma per la maggior parte non affrontavano le tematiche di petto, bensì tramite abili circonlocuzioni o levando all'ultimo lo sguardo dal problema (lasciando lo spettatore a chiedersi se, cosa, come).
Lo scorso anno, però, le cose sono cambiate. Sulla scia del controverso (e campione d'incassi) Silenced, il film sui dilaganti abusi sessuali in una scuola per non udenti, un'ondata di film ha puntato con notevole intensità e dura franchezza a smascherare i problemi della società, sconvolgendo ed affascinando gli spettatori.

LA CRITICA SOCIALE
Il primo film d'impatto del 2012 è stato Unbowed di Chung Ji-young, visto da 3,4 milioni di spettatori. Il film narrava di un incidente che ha avuto luogo qualche anno fa, quando un licenziamento senza giustificato motivo di professore universitario di matematica (interpretato da Ahn Sung-ki) è sfociato in un processo iniquo seguito dal tentativo da parte del professore di uccidere il giudice con una balestra.
Il film ha fatto notizia perché, per la prima volta, si dettagliava non solo la corruzione nel sistema giudiziario, ma anche il dilagante abuso di potere delle autorità.
Un altro film che, a discapito delle premesse, ha superato i tre milioni di spettatori è stato 26 Years: diretto da Jo Geun-hyun e basato sulla graphic novel di Kang Pool, tratta di un gruppo di cinque persone (un poliziotto, un gangster, un atleta, un manager e un impiegato della sicurezza) che si uniscono per assassinare l'uomo responsabile del massacro di innocenti avvenuto nel 1980 a Gwangju. Il progetto è frutto di una lunga gestazione che ha visto diversi fallimenti e ha fatto temere per la stabilità dei fondi, ma in finale, tramite crowd-sourcing, ha attirato ben 15.000 donatori arrivando a colmare il budget stabilito.
Altri due film politici che hanno fatto notizia sono stati National Security e Jiseul.
Sì, strano a dirsi, ma subito dopo Unbowed Chung Ji-young è ritornato sul grande schermo a pochissimi mesi di distanza con National Security, il racconto senza censure o edulcorazioni dei 22 giorni di prigionia ed inenarrabili torture di Kim Geun-tae, un attivista democratico (siamo sempre negli anni '80, 1985 per la precisione).
Un vero pugno allo stomaco per spettatori e anche per le autorità (il torturatore era il capo della polizia nazionale) che non hanno potuto far altro che assecondare Chung Ji-young e sperare che il pubblico apprezzasse non solo l'opera cinematografica ma anche il cambiamento di rotta di tutta la politica coreana.
Jiseul di O Muel tratta, invece, tramite il bianco e nero, del massacro di Jeju, nel lontano 1948.
Invitato al Sundance Film Festival del Cinema e al Festival Internazionale del Cinema di Rotterdam, O Muel cerca di far luce su un angolo buio della storia coreana che è stato raramente riportato, in particolare dal momento che solo menzionare l'evento è stato illegale per 50 anni.
Facile capire, quindi, come tutti questi lavori, usciti nello stesso anno solare, abbiano dato un forte scossone alla cultura e al modo in cui la società coreana percepiva se stessa.

LE DONNE
Nonostante la quantità di progressi ottenuti, la Corea rimane una società ferocemente patriarcale basata su ideali confuciani. Tuttavia, il 2012 ha visto l'avvento di diverse cineaste donne che hanno lasciato il segno.
Prima fra tutte è stata Byun Young-joo, la pluripremiata regista dell'oscuro thriller Helpless, che ha attirato quasi 2,5 milioni di spettatori ed è stato presentato a diversi festival internazionali tra cui Karlovy Vary, Vancouver, Busan e il BFI Film Festival di Londra.
Tra le altre donne importanti nel settore di quest'anno, ritorna sul grande schermo la regista Pang Eun-jin con il thriller romantico Perfect Number, mentre attrici come Lim Soo-jung e Cho Min-soo (rispettivamente in All About My Wife e Pietà) hanno ottenuto grande successo per le loro performance sia in patria che all'estero.

IL TEMA DELL'ABUSO
Forse la tematica più diffusa e inquietante emersa quest'anno è stata l'abuso sessuale, in particolare se applicata ai minori.
Tra questi spicca Don't Cry, Mama, un revenge thriller che ruota attorno all'incapacità del sistema di punire una banda di stupratori minorenni.
Il film è stato un triste ricordo della realtà delle conseguenze minime per gli abusi sessuali in Corea ed è balzato a sorpresa in testa al botteghino durante il suo weekend di apertura. Il film è stato presentato a Busan insieme ad Azooma, un lavoro molto simile su una donna che cerca giustizia per lo stupro di sua figlia, catalizzando l'attenzione dell'intero paese in pochissimi giorni.
Sempre da Busan e sempre in tema di violenza, Fatal di Lee Don-ku (che sarà presentato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino tra pochissimo)(io, oltre a guardare il film, guarderei le facce della gente) segue le conseguenze di uno stupro di gruppo di studenti delle medie e di come uno degli aguzzini si interfaccia con la vittima, dieci anni più tardi.
Tra gli altri film che sono apparsi durante l'anno non possiamo dimenticare Dirty Blood presentato al PiFan, Fire in Hell di Lee Sang-woo presentato al Jeonju Film Festival, e El Condor Pasa di Jeon Soo-il direttamente al Busan Festival.

Il gran numero di recenti film coreani che hanno portato in scena la violenza sessuale riflette la crescente preoccupazione per questo male sociale finora sottovalutato e spesso taciuto.
Il sempre controverso Kim Ki-duk ha brillato in questo con il meraviglioso Pietà che gli ha fruttato il Leone d'Oro al Festival Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Nonostante la presenza di scene esplicite di stupro, incesto e violenza, il film è stato un successo al botteghino con oltre 600.000 presenze.

DRAMA & ROMANCE
Incredibile a dirsi, ma il 2012 è stato un grande anno anche per i film diametralmente opposti, ovvero quelli romantici e melodrammatici. Architecture 101 lo scorso marzo ha segnato un nuovo record al boxoffice poco prima che A Werewolf Boy spostasse l'asticella un po' più in là.
Commedie romantiche come All About My Wife e Love Fiction sono state accolte positivamente sia dalla critica che dal pubblico, che ha deciso di premiarle commercialmente con incassi record.
Parallelamente anche film dal soggetto erotico se la sono cavata bene, tra cui The Concubine, The Scent, Eungyo e The Taste Of Money.




Non c'è dubbio che i temi controversi abbiano svolto un ruolo importante nel corso di questo anno record per il cinema coreano.
I registi che hanno scelto di affrontare importanti questioni storiche e sociali si sono garantiti visibilità e successo commerciale, spesso non solo all'interno dei confini nazionali, grazie a festival cinematografici di tutto il mondo che si sono dati lustro inserendo tutti i titoli citati in precedenza nella loro programmazione (in gara e non).
Dato che la volontà di questa industria è quella di uscire dal proprio territorio in termini finanziari e in modi significativi, la domanda è legittima:
il pubblico straniero è disposto a farsi carico del bagaglio storico e sociale della Corea?
Per ora siamo di sicuro molto interessati e ricettivi.
Imparassimo pure qualcosa, sarebbe davvero il massimo.

About the Author

Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

Related Posts

0 commenti