COS'È: il terzo capitolo dell'uomo di ferro, che provo a recensire senza spoiler e a caldissimo (l'ho visto tre ore fa, sono ancora agitata, lo rivedrò sicuramente e si mi gira lo ri-recensisco)
(povero Oblivion: son giorni che aspetta).

Dopo mesi passati a sbavare sul trailer (e a chiedermi come mai ce ne fosse fondamentalmente solo uno) e gli ultimi giorni in preda ad una strana sensazione d'irrequietudine, dopo neanche mezz'ora di film capisci tutto.
Capisci perché c'era un solo trailer, capisci perché hai amato irrazionalmente (o forse no?) la Marvel per anni, capisci il perché di quella strana sensazione degli ultimi giorni, capisci perché al momento dell'annuncio del regista hai preso benissimo l'abbandono di Favreau ma hai scelto di non farti altri domande, capisci il perché di tutte le strane scelte di marketing che ci sono state dietro a questo film: perché Shane Black è un troll.
The Ultimate Troll.
Ma andiamo con ordine.
Il primo Iron Man era un bel giocattolone ed era fondamentalmente facile da scrivere: bisognava presentare il personaggio e dargli uno spesso da 'grande schermo'. Ok, fatto.
Iron Man 2 cedeva subito a causa di personaggi risibili e dei mancati approfondimenti sul protagonista. Un film facile da dimenticare, soprattutto grazie all'arrivo di Avengers che mi permette di spiegare una cosa molto semplice a tutti quelli che usciranno delusi dal cinema dopo la visione di questo film: i superhero movies NON sono un sottogenere degli action movies.
Sono proprio una categoria a parte e, come tale, può essere trattata in due modi: in maniera drammatica, epica, altisonante - come fa Nolan - e in maniera più cialtronesca - à la Avengers.
Da uno che ha diretto Arma Letale 1 e 2 e L'Ultimo Boy Scout, secondo voi, quale filone dovevamo aspettarci?
Era per questo che locandina e trailer non mi tornavano, ma è anche per questo che Shane Blake si dimostra uno dei pochi registi che potesse girare questo terzo capitolo: ha passato un anno a farci credere che avrebbe fatto un film epico e alla fine ha fatto un buddy movie con le tutone volanti.
Un Die Hard con i supereroi.
Che è quello che ci voleva, ma nessuno (Wheadon a parte) aveva avuto le palle di fare.
Perché che i supereroi debbano per forza essere seriosi, impegnati e musoni lo crede solo chi vede ancora noi nerd-lettori-di-fumetti come gente sfigata alla ricerca, tra le pagine dei comics, di un riscatto per la propria triste vita. E invece noi nerd-lettori-di-fumetti siamo solo alla ricerca di una bella storia.
Immagino che solitamente i film sui supereroi siano più 'seriosi' perché forse si crede che unendo gente coi superpoteri (o semi-divinità o capacità fisiche e tecnologiche fuori dal comune) ad una lettura scanzonata, il risultato possa essere poco mass market e difficilmente preso sul serio anche da chi non conosce bene questo mondo.
Ma si tratta di un errore che fondamentalmente compie lo spettatore e, come sappiamo, lo spettatore va educato. Gli va insegnato che, se c'è coerenza interna, poi puoi fare TUTTO, a patto che il film sia ben scritto.
Ed Iron Man 3 fa esattamente questo: prende un personaggio che era abbozzato (ammettetelo: oltre al rapporto col padre non sapevamo altro), lo sviluppa avendo ben in mente l'attore che lo interpreta (a tratti è davvero difficile capire come finisce Robert Downey Jr e dove inizia Tony Stark), gli mette accanto uno dei villain più kitch che siano mai stati creati, ricalca Extremis il giusto (Maya Hanses viene da lì) e tira fuori un filmone scritto DA DIO, girato e post prodotto da paura e pieno di gag e scene esilaranti.

Finora Stark era come diceva Captain America: 'Grosso con l'armatura. Tolta quella che cosa sei?' Black ci fa un film, sul quel 'senza cosa sei?'. È John McClane: è uno in grado di fare TUTTO. Mica ha bisogno della sua bella tutina. John McClane ruba una pistola da un cadavere e fa una carneficina? Stark fa lo stesso: non ha bisogno di essere a casa sua, come faceva in Avengers. Non ha bisogno per forza di indossare l'armatura. È un concetto tutto nuovo, una nuova visione di supereroe.
Anzi, non è nuova: è MARVEL.

Ok, a volte è DAVVERO TROPPO (gli Effel 65???) e alcuni passaggi sono forse ripetitivi, ma per il resto arriviamo a conoscere un personaggio come non avevamo potuto fare nel secondo capitolo e lo facciamo grazie ad un'action-comedy spassosa, prepotente e gustosa come questa.
Un buddy movie anni '90 (e l'avevamo capito anche senza il richiamino citato sopra) dove l'arma impugnata dal protagonista è - accidentalmente - un'armatura da supereroe.

Non ho dubbi che, per i motivi scritti sopra, sarà un film che dividerà, esattamente come aveva diviso The Dark Knight Rises: dipende tutto da quanto siete disposti a mettere in discussione le vostre convinzioni sui supereroi.
E poi, dai: lo conoscete Tony Stark, no?
Su chi altri si poteva fare un'action-comedy così?



GUARDALO SE:
avete amato come ho amato io Quella Casa Nel Bosco e Avengers
se volete un nuovo punto di vista sui nerd

EVITA SE:
non ti era piaciuto Avengers (ma siete seri?)
ti era piaciuto The Dark Knight Rises

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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2 commenti:

  1. gli eiffel 65 di prima botta hanno stupito anche me, ma ci stanno dentro: era a berna, ad un party in terra europea ed era giusto che mettessero in playlist uno dei brani più in voga nelle dancehall del periodo. QUATTORDICI ANNI FA.

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    1. Ma infatti non ho detto che è sbagliato, solo sul momento l'ho trovato troppo e, per quanto corretto (e lo è, come dici tu) mi è rimasta addosso la sensazione che lì abbia evidenziato un po' troppo l'aspetto goliardico, che invece nel resto del film è gestito meglio.
      Ma ci sta anche che noi la stiam prendendo così perché siamo italiani come gli Eiffel, quindi niente, tuttappo'.

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