COS'È: il film d'apertura di Cannes 2013.
Perché se devi fallire, tanto vale farlo in mondovisione con red carpet (per inciso, sto seriamente pensando di fare un post sul red carpet di Cannes perché è uno scandalo).

Sono contenta di aver fatto ieri il post sulla fedeltà letteraria, forse me lo sentivo che 'sto film sarebbe stato un mezzo buco nell'acqua.
La cosa curiosa è vedere COME l'ennesima ripresa del capolavoro di Francis Scott Fitzgerald - siamo alla QUARTA trasposizione cinematografica - sia davvero sbagliata.
Non evitabile (come invece capita con molti altri film, quindi vedetevelo!): solo sbagliata.
Fuori fuoco.

A livello di fedeltà, il film di Luhrmann riprende pedissequamente svariate frasi del libro, specie le più enfatiche e portanti, mentre costumi, scenografie e props sembrano direttamente usciti dagli anni '20.
Da questo punto di vista, quindi, tutto ok?
Gli amanti del romanzo, almeno stavolta, non ci scartavetreranno le palle, giusto?
E INVECE.

Il Grande Gatsby di Luhrmann, proprio per la sua estrema fedeltà alle parole del romanzo (quindi non possiamo assolutamente parlare di 'omaggio'), non raccoglie il non detto, tutto quello che è profondamente sedimentato tra le pagine, quello che è presente senza essere esplicitamente scritto.
Regge mezz'ora e poi tutto diventa noioso.
La sua visione eccessiva è interessante e degna di nota (quindi lo ripeto: vedetevelo) ma finisce per banalizzare la storia d'amore, che si snoda su binari troppo melodrammatici e assolutamente scontati.
Anche l'analisi dell'intera società è completamente assente, proprio come la regia che finisce per essere davvero una mera ripresa di quanto scritto nel libro: la brillantezza di Luhrmann si limita quindi alla scenografia, alla fotografia e alla musica (tutte e tre più che perfette), il che è davvero un peccato.
E di fronte ad una messa in scena così barocca, pomposa, eccessiva e ridondante - e vi prego di leggere i precedenti aggettivi esclusivamente in ottica positiva, esattamente come era stato per Anna Karenina -, gli attori si trovano schiacciati, impotenti, limitati.
Ma non soli, cosa che invece accade nel romanzo, dove sono privi di affetti autentici, senza miti, indifferenti e, in fondo, muti.
L'unica all'altezza: Elizabeth Debicki (nel ruolo di Jordan Backer), che sarebbe stata un'ottima Daisy.
Purtroppo per lei, ho paura che dimenticheremo tutto il film abbastanza in fretta.


GUARDALO SE:
pretty actors, pretty homes, pretty scenery, pretty parties

EVITA SE:
pretty boring

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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2 commenti:

  1. Pur concordando pienamente sul fatto che la storia sia noiosa, sono convinto che alcuni film vadano visti anche solo per il loro aspetto "grafico". Questo film è un orgasmo oculare, qualcosa di tanto bello che potrebbe persino trattare le regole della ragioneria e resterebbe assolutamente da vedere. Ok, sarebbe stato migliore se la trama fosse stata svolta in maniera differente, ma comunque resta migliore di parecchi film visti ultimamente, per esempio (e da fan mi duole dirlo) di IM3. Poi avviamente io non ne capisco na cippa di cinema, e la mia è semplicemente l'opinione di uno che giudica un film in base alle emozioni che gli suscita senza soffermarsi sui tecnicismi.

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    1. Concordo su tutto (infatti va assolutamente visto) tranne sulla chiusa: se un film ti è piaciuto è perchè ti colpisce, anche se non sai come.
      Io al limite ti posso dare una chiave di lettura in più, ma non annulla la tua impressione che resta validissima.
      E poi inizi a capirne :)

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