COS'È: così tanti buoni propositi, così poca chiarezza.
The Slap ha un obiettivo ambizioso: fare chiarezza in questo mondo così caotico.
Perché puoi essere contro la violenza fino al midollo, ma un bambino che fa *quel* casino supportato dalla totale indifferenza dei genitori fa venire il prurito alla mani.
Ma facciamo un passo indietro, che magari non tutti voi avete visto la versione australiana.
The Slap è ambientato durante il quarantesimo compleanno di Hector, un uomo che tanti parenti quanti problemi.
Durante la festa, conosciamo questo microcosmo che rappresenta bene (ma molto superficialmente) la famiglia che abbiamo tutti noi: il quarantenne in piena crisi di mezz'età che se la fa con la babysitter minorenne, la suocera invadente che fa impazzire la nuora, la coppia di amici hippy/artistoidi, quella di arricchiti e quella famosa.
Complici anche i 15 minuti in più di messa in onda, la versione australiana riesce ad approfondire maggiormente il carattere dei personaggi, nonostante poi ogni puntata sarà dedicata specificatamente ad uno di loro e al suo punto di vista.
Uno degli aspetti più interessanti di The Slap è, infatti, il suo essere ricco di personaggi dinamici, ma privo di un protagonista in senso stretto. Uno show più canonico, forse, avrebbe dedicato il pilot ai genitori del bimbo schiaffeggiato, e invece stavolta conosciamo Hector.
The Good Guy, se vogliamo parlare per stereotipi (che qui, purtroppo, fioccano).
Nonostante i personaggi tendano ad essere un po' 'tirati via' (dimostrando di non aver imparato la lezione impartita da Jane The Virgin), la gestione della tensione non è niente male: nel momento in cui Hugo si becca il ceffone, noi abbiamo già stilato una lista di punizioni per lui e i suoi genitori negligenti.
Lista che cambia in maniera drastica quando poi Hugo viene EFFETTIVAMENTE menato.
The Slap, complice anche una scrittura non proprio impeccabile, è più un'analisi su noi stessi che non sui personaggi che vediamo sullo schermo.
Sì, perché alla fine tutto si riduce ad un'unica domanda: siete più interessati a ciò che significa lo schiaffo o quello che quel gesto comporta e catalizza?
Rispondete a questa domanda e vi dirò chi siete.
(è una frase retorica, si capisce, no? Non è che ora mi trasformate nella vostra psichiatra, vero? Ecco)
GUARDALO SE:
attendevi da tempo che qualcuno in tv picchiasse il bimbo viziato (IO! IO!)
EVITA SE:
hai già visto la versione australiana: è fatta molto meglio
Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su XCondividi su Facebook
The Slap ha un obiettivo ambizioso: fare chiarezza in questo mondo così caotico.
Perché puoi essere contro la violenza fino al midollo, ma un bambino che fa *quel* casino supportato dalla totale indifferenza dei genitori fa venire il prurito alla mani.
Ma facciamo un passo indietro, che magari non tutti voi avete visto la versione australiana.
The Slap è ambientato durante il quarantesimo compleanno di Hector, un uomo che tanti parenti quanti problemi.
Durante la festa, conosciamo questo microcosmo che rappresenta bene (ma molto superficialmente) la famiglia che abbiamo tutti noi: il quarantenne in piena crisi di mezz'età che se la fa con la babysitter minorenne, la suocera invadente che fa impazzire la nuora, la coppia di amici hippy/artistoidi, quella di arricchiti e quella famosa.
Complici anche i 15 minuti in più di messa in onda, la versione australiana riesce ad approfondire maggiormente il carattere dei personaggi, nonostante poi ogni puntata sarà dedicata specificatamente ad uno di loro e al suo punto di vista.
Uno degli aspetti più interessanti di The Slap è, infatti, il suo essere ricco di personaggi dinamici, ma privo di un protagonista in senso stretto. Uno show più canonico, forse, avrebbe dedicato il pilot ai genitori del bimbo schiaffeggiato, e invece stavolta conosciamo Hector.
The Good Guy, se vogliamo parlare per stereotipi (che qui, purtroppo, fioccano).
Nonostante i personaggi tendano ad essere un po' 'tirati via' (dimostrando di non aver imparato la lezione impartita da Jane The Virgin), la gestione della tensione non è niente male: nel momento in cui Hugo si becca il ceffone, noi abbiamo già stilato una lista di punizioni per lui e i suoi genitori negligenti.
Lista che cambia in maniera drastica quando poi Hugo viene EFFETTIVAMENTE menato.

Sì, perché alla fine tutto si riduce ad un'unica domanda: siete più interessati a ciò che significa lo schiaffo o quello che quel gesto comporta e catalizza?
Rispondete a questa domanda e vi dirò chi siete.
(è una frase retorica, si capisce, no? Non è che ora mi trasformate nella vostra psichiatra, vero? Ecco)
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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.
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