COS'È: la versione piena di hashtag di My Fair Lady.
Emy Pond è rimasta nei cuori di tutti noi Whovians, grazie alla sua bellezza e al suo incantevole accento scozzese.
Con Selfie Karen Gillian torna sui nostri piccoli schermi, priva, però, della sua meravigliosa cadenza.
Eliza Dooley (la versione moderna di Eliza Doolittle) è il tipo di persona che noi tutti abbiamo nella nostra vita e che ci sta abbastanza sul cazzo (a meno di non ESSERE quella persona): una donna ossessionata da followers, like, retweet, favorites, #followme e tutto ciò che riguarda il mondo social.
Tutto bene (sort of...) fino ad un imbarazzante incidente su un volo aziendale che la pone di fronte alla drammatica realtà: il bisogno di trovare amici reali e non followers digitali.
Per questo va da Henry Higenbottam (il sempre fantastico John Cho), un guru del marketing in grado di rebrandizzare tutto, perfino un disastro ambulante come Eliza.
Eliza è fastidiosa esattamente come metà della nostra timeline Facebook (quella che sa usare gli hashtag correttamente, che sa che non si mettono tutti attaccati, che ogni tre stati ribadisce l'importanza della semplicità con discorsi à la Miss Italia salvo poi aprirsi pagine pubbliche ed autotaggarsi in ogni post per raccattare due cuori su Instagram).
Se la storia pare non presentare grosse novità (e a volte i dialoghi non sono esattamente geniali), la scelta dei protagonisti è perfetta: la boccuccia imbronciata di Karen è fatta per le le selfie con la faccia a culo di gallina, mentre l'espressione da macho di Cho fa il resto.
Considerata la condizione derivativa, non immagino come Selfie possa protrarsi più di una stagione (due, al massimo), ma continuando a puntare su tutto ciò che noi pensiamo degli/delle attention whore, evolvendo il rapporto Eliza-Henry ed innalzando un po' il livello dei dialoghi, potremmo sicuramente goderci un'ottima serie tv divertente e liberatoria.
In fondo il pilota è strutturalmente solido, la narrazione è succinta ed essenziale e iniziamo già a conoscere in nostri protagonisti.
E chissà, magari qualcuno si rende anche conto di quanto è ridicolo.
NOTA: è uscito solo il pilot, la serie tv inizia il 30 settembre.
GUARDALO SE:
ti mancava Karen Gillian
cerchi una nuova comedy
detesti le attention whore
EVITA SE:
sei alla ricerca di followers
giochi a Candy Crush
non mangi nulla prima di averlo debitamente fotografato ed instagrammato
ti sbottoni la camicetta o la polo prima di una foto
Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su XCondividi su Facebook
Emy Pond è rimasta nei cuori di tutti noi Whovians, grazie alla sua bellezza e al suo incantevole accento scozzese.
Con Selfie Karen Gillian torna sui nostri piccoli schermi, priva, però, della sua meravigliosa cadenza.
Eliza Dooley (la versione moderna di Eliza Doolittle) è il tipo di persona che noi tutti abbiamo nella nostra vita e che ci sta abbastanza sul cazzo (a meno di non ESSERE quella persona): una donna ossessionata da followers, like, retweet, favorites, #followme e tutto ciò che riguarda il mondo social.
Tutto bene (sort of...) fino ad un imbarazzante incidente su un volo aziendale che la pone di fronte alla drammatica realtà: il bisogno di trovare amici reali e non followers digitali.
Per questo va da Henry Higenbottam (il sempre fantastico John Cho), un guru del marketing in grado di rebrandizzare tutto, perfino un disastro ambulante come Eliza.
Eliza è fastidiosa esattamente come metà della nostra timeline Facebook (quella che sa usare gli hashtag correttamente, che sa che non si mettono tutti attaccati, che ogni tre stati ribadisce l'importanza della semplicità con discorsi à la Miss Italia salvo poi aprirsi pagine pubbliche ed autotaggarsi in ogni post per raccattare due cuori su Instagram).
Se la storia pare non presentare grosse novità (e a volte i dialoghi non sono esattamente geniali), la scelta dei protagonisti è perfetta: la boccuccia imbronciata di Karen è fatta per le le selfie con la faccia a culo di gallina, mentre l'espressione da macho di Cho fa il resto.
Considerata la condizione derivativa, non immagino come Selfie possa protrarsi più di una stagione (due, al massimo), ma continuando a puntare su tutto ciò che noi pensiamo degli/delle attention whore, evolvendo il rapporto Eliza-Henry ed innalzando un po' il livello dei dialoghi, potremmo sicuramente goderci un'ottima serie tv divertente e liberatoria.
In fondo il pilota è strutturalmente solido, la narrazione è succinta ed essenziale e iniziamo già a conoscere in nostri protagonisti.
E chissà, magari qualcuno si rende anche conto di quanto è ridicolo.
NOTA: è uscito solo il pilot, la serie tv inizia il 30 settembre.
GUARDALO SE:
ti mancava Karen Gillian
cerchi una nuova comedy
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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.
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