COS'È: vabbè, sapete tutti cos'è. Diciamo la 'rivelazione' televisiva dell'anno.

Ma perché ne parlo ora, se l'ho finita di vedere due mesi fa?
Perché prima non ho avuto tempo ed inspiegabilmente negli ultimi giorni un sacco di gente ha ricominciato a citarla.
La mia brevissima recensione è: bella, ma sopravvalutata.
Ora, prima di gridare all'eresia e darmi fuoco in piazza, vorrei avere la possibilità di spiegare la mia posizione (il che fa un po' ridere visto che siamo sul mio blog e quindi faccio un po' come cazzo mi pare).
Se vi siete sentiti oltraggiati dalla mia affermazione, mi spiace moltissimo, ma probabilmente vi siete un attimo lasciati trasportare dall'enfasi della rete.
Oppure siete parte della produzione di True Detective, e allora avete tutta la mia ammirazione perché avete fatto un ottimo investimento.

Partiamo dai lati positivi: True Detective è sicuramente una delle serie tv migliori del 2014. Ok, la concorrenza non è molta, ma proprio in quest'anno di delusioni e declini, un prodotto così fa bene agli occhi e al cuore.
Soprattutto agli occhi: fotografia, costumi e scenografie sono ineccepibili.
Altro lato positivo sono gli interpreti: Harrelson e McConaughey sono straordinari
Finalmente una coppia che non è né complementare né nemica e i due personaggi sono stati perfettamente scritti addosso a loro.

Il problema è, però, che i due personaggi sono stati DAVVERO perfettamente scritti addosso a loro.
True Detective, infatti, dopo aver settato velocemente le premesse del caso, si concentra quasi esclusivamente su Rust e Martin, sul loro rapporto, il loro passato, il loro porsi col mondo.
In alcune puntate l'indagine praticamente non prosegue, il che è un errore, considerato che parliamo di otto puntate e non ventiquattro.
L'approfondimento sui personaggi è interessantissimo, ma lo sguardo d'insieme ci restituisce una serie tv estremamente sbilanciata sui rapporti e poco focalizzata sulla risoluzione del caso.
Insomma, due ottimi personaggi ruotano attorno ad un vuoto narrativo, spesso tentando di mascherarlo con discorsi lovecraftiani sul male, per lo più utilizzati come 'falsa pista' per lo spettatore.

Ma possiamo soprassedere su questo aspetto?
Beh, forse sì, in fondo possono bastare due puntate ben assestate per riportare tutto in equilibrio.
Cosa che NON succede, soprattutto a causa del moscissimo finale che presenta un killer al limite del ridicolo e lascia molte dinamiche inspiegate o date per buone in maniera forzosa.

Insomma, dopo tutti quei discorsi sul male, ci meritavamo qualcosina di più oltre che alla versione televisiva di uno spettacolo di magia: un ottimo pacchetto dentro al quale si sono scortati di mettere la sorpresa.




GUARDALO SE: 
vuoi comunque intrattenerti con una serie tv sopra la media

EVITA SE: 
non me la sento di dire di evitarlo

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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2 commenti:

  1. Personalmente credo che la riuscita della serie sia proprio grazie a quelli che tu indichi come difetti o potenziali tali.
    Succede che alcune indagini subiscano una battuta d'arresto per mancanza di prove o mancanza di punti di vista adeguati.
    Succede che, in una storia che racconta un ventennio, prendano più importanza le dinamiche interne alla squadra surclassando quelle dei casi.
    Succede che l'assassino sia l'elefante nella stanza ma tutti continuano a chiedersi qual'è quell'oggetto che può fare una ferita così simile ad una zanna...
    E succede che poi alla fine il serial killer così tanto enfatizzato sia un Pacciani qualsiasi.

    In definitiva, la serie secondo me è molto più suggestiva alla vista che "spiegabile a parole", se capisci cosa intendo.

    D.N.

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    1. Che sia più suggestiva alla vista (letteralmente) è fuori di dubbio e capisco il tuo punto, ma non stiamo parlando di vita reale, bensì di un prodotto artefatto, ovvero della rappresentazione di un fatto.

      Per citare Hitchcock: 'Il dramma è la vita con le parti noiose tagliate'.
      Quindi alcune parti VANNO tagliate, è insito nel concetto stesso di narrazione: non lo si fa per aderenza alla realtà (altrimenti avremmo un documentario), bensì per intrattenere il pubblico.
      Il fatto che siamo passati al 'racconto' di qualcosa già avvenuto (o supposto tale, insomma) va per forza di cose ad incidere su ciò che sto dicendo: se avessimo avuto 24 puntate ci sarebbe stato tutto il tempo per un'impostazione alla True Detective.
      Con otto episodi non riesco a non 'viverlo' come un errore, esattamente come è un errore (opposto) l'impostazione superficiale di molti altri prodotti televisivi e cinematografici che invece si scordano totalmente di 'presentarci' i protagonisti.

      A volte, per esempio, ho avuto l'impressione che True Detective tendesse a seguire più un andamento 'cinematografico', inteso come macro suddivisione del focus (solitamente è primo atto = impostazione azione; secondo atto = approfondimento dinamiche personali e relazioni tra personaggi; terzo atto = pareggiamento azione e relazioni). Sul grande schermo, però, sarebbe stato impossibile rendere adeguatamente un arco temporale così vasto, in così poco tempo.

      Per riassumere, resta sicuramente una serie tv da vedere - soprattutto in un anno povero come questo - ma non griderei al miracolo.
      Anzi, l'avrei fatto se ci fosse stato solo un minimo di equilibrio in più.
      Per questo ho grandi aspettative per la seconda stagione.

      Colgo anche l'occasione per ringraziarti del commento serio e ponderato: mi aspettavo forconi e torce fiammeggianti. :)

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