COS'È: il film a metà tra A Beautiful Mind e Tinker Tailor Soldier Spy, che vorrebbe rendere onore ad un vero eroe di guerra (non come quell'altro) e invece fallisce abbastanza vistosamente.
Fare un biopic emozionante su un matematico è quasi un ossimoro, ma se c'è una vita che vale la pena di essere raccontata, questa è quella di Turing, pazzesca e drammatica, con ripercussioni future inaspettate.
La vita di Turing è la storia di uno dei più disgustosi tradimenti personali del XX secolo, di una persecuzione abominevole ma anche della decodifica di un codice che ha salvato le sorti dell'umanità*.
Con un simile materiale di partenza, mi aspettavo il capolavoro definitivo: invece il film è costellato di carrelli drammaticamente inerti che riempiono il viaggio verso l'illuminazione turinghiana, descritta in maniera abbastanza banale.
Incomprensibile anche la scelta di relegare uno dei momenti più significativi (il bivio tra le due punizioni) ad una sola riga di dialogo espositivo, dimenticando completamente la regola 'show, don't tell'.
Certo, è normale che qualunque storia vera venga semplificata (altrimenti mi leggo la biografia e ciao), non mi lamento di questo, ma The Imitation Game resterà per molti anni 'il film su Turing' e non credo renda un grande servizio alla causa.
Il film avrebbe potuto - e dovuto - mostrarci un uomo geniale piegato dalla sua immensa sensibilità, uno che poteva tranquillamente dire 'Sentite un attimo, sono eroe di guerra, la smettiamo con tutte 'ste cazzate?' e invece fino alla fine ripete che 'Quello che provo non dovrebbe essere un reato in nessun universo'.
Uno che aveva una forma di genialità senza precedenti per un matematico, perché rigorosa ma discorsiva (leggere i suoi testi aneddotici e descrittivi, dopo anni e anni e anni di formule è un toccasana per chiunque voglia far pace con la matematica).
Uno che quando i nazisti hanno cambiato metodo di crittografia, ha ricominciato tutto da capo senza dire una parola (io tipo avrei spaccato tutto).
Uno che è stato probabilmente ammazzato per il suo orientamento sessuale e dico probabilmente perché anche sulla morte ci sono notevoli misteri.
C'era tutto, TUTTO, per fare un film della madonna.
E invece vediamo un malato di Asperger (è tipo l'hipster dei disturbi, al momento) che aderisce ai tratti tipici della malattia: la difficoltà a farsi degli amici (negata da diverse testimonianze dell'epoca) si tramuta nella volontà di chiamare la sua macchina 'Christopher' in onore del suo primo amore (il calcolatore si chiamava The Bomb o Victory) e nel fatto che sembra sempre il prototipo fatto e finito del nerd; la focalizzazione totalizzante su un unico progetto spazza via i mille altri interessi di Turing (era anche un atleta e si interessava di biologia e fisica); le stranezze più o meno tollerabili sono il centro della caratterizzazione del personaggio ma soprattutto siccome i malati di Asperger hanno difficoltà di astrazione e soprattutto non sono estremamente avvezzi ai gesti estremi, tutto il suicidio è contenuto in una frase buttata lì.
Non si poteva fare di meglio? Lo so che non è nulla di confermato, ma è un film: romanza quello che ti pare, ho pagato 8 euro apposta.
Qui c'era uno spunto incredibile: Turing, grande fan di Biancaneve sin dalla tenera età, decide di suicidarsi iniettando del cianuro in una mela.
E lo fa mentre lo specchio, ogni giorno, gli rimanda l'immagine del suo corpo trasformato dalla castrazione chimica, con il seno che gli sta crescendo.
Alla fine del film pare quasi che il genio inglese sia stato punito perché divideva le verdure nel piatto a seconda del colore.
Anche i dialoghi non mi sono piaciuti quasi per niente, ma l'interpretazione di Cumberbatch, per un attimo, è riuscita nel miracoloso intento di farmi DAVVERO intravvedere il vero Turing.
E di questo non posso che essergli infinitamente grata.
Non ci potremmo mai scusare abbastanza per quello che abbiamo fatto al geniale matematico inglese quand'era in vita, ma un film migliore di questo credo lo si potesse fare.
E decisamente se lo meriterebbe.
* non dirò che 'Turing ha vinto la guerra da solo' perché non è vero: l'idea che una cosa immensa e distruttiva come una guerra possa essere vinta e fermata da una persona sola (o che un unico essere umano possa guidare una nazione alla vittoria, ditelo come volete) è l'essenza stessa del fascismo e quindi no, non lo diremo in un BIOPIC SU ALAN TURING.
Spero di essere stata chiara.
GUARDALO SE:
vuoi una panoramica su uno degli uomini più grandi del secolo scorso
EVITA SE:
sei un grandissimo fan e appassionato di Turing e ti aspetti un biopic fedelissimo
Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su XCondividi su Facebook
Fare un biopic emozionante su un matematico è quasi un ossimoro, ma se c'è una vita che vale la pena di essere raccontata, questa è quella di Turing, pazzesca e drammatica, con ripercussioni future inaspettate.
La vita di Turing è la storia di uno dei più disgustosi tradimenti personali del XX secolo, di una persecuzione abominevole ma anche della decodifica di un codice che ha salvato le sorti dell'umanità*.
Con un simile materiale di partenza, mi aspettavo il capolavoro definitivo: invece il film è costellato di carrelli drammaticamente inerti che riempiono il viaggio verso l'illuminazione turinghiana, descritta in maniera abbastanza banale.
Incomprensibile anche la scelta di relegare uno dei momenti più significativi (il bivio tra le due punizioni) ad una sola riga di dialogo espositivo, dimenticando completamente la regola 'show, don't tell'.
Certo, è normale che qualunque storia vera venga semplificata (altrimenti mi leggo la biografia e ciao), non mi lamento di questo, ma The Imitation Game resterà per molti anni 'il film su Turing' e non credo renda un grande servizio alla causa.
Il film avrebbe potuto - e dovuto - mostrarci un uomo geniale piegato dalla sua immensa sensibilità, uno che poteva tranquillamente dire 'Sentite un attimo, sono eroe di guerra, la smettiamo con tutte 'ste cazzate?' e invece fino alla fine ripete che 'Quello che provo non dovrebbe essere un reato in nessun universo'.
Uno che aveva una forma di genialità senza precedenti per un matematico, perché rigorosa ma discorsiva (leggere i suoi testi aneddotici e descrittivi, dopo anni e anni e anni di formule è un toccasana per chiunque voglia far pace con la matematica).
Uno che quando i nazisti hanno cambiato metodo di crittografia, ha ricominciato tutto da capo senza dire una parola (io tipo avrei spaccato tutto).
Uno che è stato probabilmente ammazzato per il suo orientamento sessuale e dico probabilmente perché anche sulla morte ci sono notevoli misteri.
C'era tutto, TUTTO, per fare un film della madonna.
E invece vediamo un malato di Asperger (è tipo l'hipster dei disturbi, al momento) che aderisce ai tratti tipici della malattia: la difficoltà a farsi degli amici (negata da diverse testimonianze dell'epoca) si tramuta nella volontà di chiamare la sua macchina 'Christopher' in onore del suo primo amore (il calcolatore si chiamava The Bomb o Victory) e nel fatto che sembra sempre il prototipo fatto e finito del nerd; la focalizzazione totalizzante su un unico progetto spazza via i mille altri interessi di Turing (era anche un atleta e si interessava di biologia e fisica); le stranezze più o meno tollerabili sono il centro della caratterizzazione del personaggio ma soprattutto siccome i malati di Asperger hanno difficoltà di astrazione e soprattutto non sono estremamente avvezzi ai gesti estremi, tutto il suicidio è contenuto in una frase buttata lì.
Non si poteva fare di meglio? Lo so che non è nulla di confermato, ma è un film: romanza quello che ti pare, ho pagato 8 euro apposta.
Qui c'era uno spunto incredibile: Turing, grande fan di Biancaneve sin dalla tenera età, decide di suicidarsi iniettando del cianuro in una mela.
E lo fa mentre lo specchio, ogni giorno, gli rimanda l'immagine del suo corpo trasformato dalla castrazione chimica, con il seno che gli sta crescendo.
Specchio, specchio delle mie brame…E invece niente.
Alla fine del film pare quasi che il genio inglese sia stato punito perché divideva le verdure nel piatto a seconda del colore.
Anche i dialoghi non mi sono piaciuti quasi per niente, ma l'interpretazione di Cumberbatch, per un attimo, è riuscita nel miracoloso intento di farmi DAVVERO intravvedere il vero Turing.
E di questo non posso che essergli infinitamente grata.
Non ci potremmo mai scusare abbastanza per quello che abbiamo fatto al geniale matematico inglese quand'era in vita, ma un film migliore di questo credo lo si potesse fare.
E decisamente se lo meriterebbe.
In una scala da 0 a Turing che smette di rivoltarsi nella tomba per come l'abbiamo trattato:
credibile come The Doors di Oliver Stone.
O come io che interpreto una modella strafiga che prende il Nobel per la Fisica.
O come io che interpreto una modella strafiga che prende il Nobel per la Fisica.
* non dirò che 'Turing ha vinto la guerra da solo' perché non è vero: l'idea che una cosa immensa e distruttiva come una guerra possa essere vinta e fermata da una persona sola (o che un unico essere umano possa guidare una nazione alla vittoria, ditelo come volete) è l'essenza stessa del fascismo e quindi no, non lo diremo in un BIOPIC SU ALAN TURING.
Spero di essere stata chiara.
GUARDALO SE:
vuoi una panoramica su uno degli uomini più grandi del secolo scorso
EVITA SE:
sei un grandissimo fan e appassionato di Turing e ti aspetti un biopic fedelissimo
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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.
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