COS'È: la roba migliore che l'Italia abbia prodotto negli ultimi - boh - cinque anni?
Tanto per mettere le cose in prospettiva.
Un personaggio apparentemente senza passato né memoria compare dal nulla.
Per quanto incredibile Kaspar Hauser è esistito veramente: nel 1828 a Norimberga compare un ragazzo trasandato, sui sedic'anni, senza ricordi, storia o precedenti di contatti umani.
Kaspar Hauser conosce solo il suo nome, ha un'anima pura come i suoi piedi (soffici come quelli di un neonato) ed ha vissuto tutta la sua vita in una cella, senza percezione degli altri, del sé o della terza dimensione.
Letteralmente un alieno sulla terra.
E Davide Manuli prende questa descrizione alla lettera, trasportando la misteriosa storia del misterioso ragazzo in un mondo più moderno, ma fatto di archetipi: il Pusher, lo Sceriffo, la Granduchessa, la Veggente, il Drago e il Prete.
Se il vero Kaspar Hauser ha imparato a leggere e a scrivere in pochissimi giorni grazie ad un professore dell'epoca a cui venne affidato, nel film Lo Sceriffo gli insegna a fare il dj, mentre la Granduchessa nutre profondo odio per questo personaggio avvolto nel mistero.
Grazie al bianco e nero, ad una perfetta colonna sonora elettronica (ripetitiva e straniante) e ad un uso sapiente della camera fissa che si sviluppa soprattutto con emblematici piani sequenza, Manuli rivede questa storia con gli stessi occhi di Beket, il suo precedente lavoro, puntando sul tema cardine della solitudine e del non sense.
Sicuramente non è un film per tutti, ma la bravura - sia di scrittura, che di regia, che attoriale - è talmente evidente che lo rende un prodotto che chiunque dovrebbe vedere.
Kaspar Hauser (qui interpretato dall'androgina e bravissima Silvia Calderoni) è etichettato come matto, ma la sua purezza, le sue azioni, la sua unicità ci fanno pensare che forse è la società che lo giudica ad essere ben poco normale.
Lasciatevi trasportare in questo non-luogo senza tempo fatto di atmosfere western, surreali, modern-tecno e post-atomiche. Tutte allo stesso tempo. Tutte perfettamente integrate.
Tutte non sense. O forse no.
GUARDALO SE:
vuoi che ti rivolga ancora la parola
EVITA SE:
non capisci un cazzo
ti irrita la camera fissa (ergo non capisci un cazzo)
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Tanto per mettere le cose in prospettiva.
Un personaggio apparentemente senza passato né memoria compare dal nulla.
Per quanto incredibile Kaspar Hauser è esistito veramente: nel 1828 a Norimberga compare un ragazzo trasandato, sui sedic'anni, senza ricordi, storia o precedenti di contatti umani.
Kaspar Hauser conosce solo il suo nome, ha un'anima pura come i suoi piedi (soffici come quelli di un neonato) ed ha vissuto tutta la sua vita in una cella, senza percezione degli altri, del sé o della terza dimensione.
Letteralmente un alieno sulla terra.
E Davide Manuli prende questa descrizione alla lettera, trasportando la misteriosa storia del misterioso ragazzo in un mondo più moderno, ma fatto di archetipi: il Pusher, lo Sceriffo, la Granduchessa, la Veggente, il Drago e il Prete.
Se il vero Kaspar Hauser ha imparato a leggere e a scrivere in pochissimi giorni grazie ad un professore dell'epoca a cui venne affidato, nel film Lo Sceriffo gli insegna a fare il dj, mentre la Granduchessa nutre profondo odio per questo personaggio avvolto nel mistero.
Grazie al bianco e nero, ad una perfetta colonna sonora elettronica (ripetitiva e straniante) e ad un uso sapiente della camera fissa che si sviluppa soprattutto con emblematici piani sequenza, Manuli rivede questa storia con gli stessi occhi di Beket, il suo precedente lavoro, puntando sul tema cardine della solitudine e del non sense.
Sicuramente non è un film per tutti, ma la bravura - sia di scrittura, che di regia, che attoriale - è talmente evidente che lo rende un prodotto che chiunque dovrebbe vedere.
Kaspar Hauser (qui interpretato dall'androgina e bravissima Silvia Calderoni) è etichettato come matto, ma la sua purezza, le sue azioni, la sua unicità ci fanno pensare che forse è la società che lo giudica ad essere ben poco normale.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ259HWwE9vk9TX9_hzLdx2gZYmzjOP5R-0sTvn-ERYhaNJUUuRgEbGgvs0ivlrqTwDo9797sPK7UyXwvTC1QxQ3MN88FWFUSl4Cpdl6GdZ6ZyfVA2_XT-FTlt26wS-aaWTAM-e3BE7sc/s1600/OK.png)
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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.
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