Quanto bene conoscete Shakespeare?
Lo so, molti di noi si limitano a quelle due robe studiate in classe (Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate, Amleto, ecc), ma se siete come me, lo amate ben oltre lo studio scolastico. Non c'è niente come un po' di pentametro giambico per sentirmi l'intellettuale che a volte vorrei essere (e che non sono manco per sbaglio).
Perché dico questo? E perché c'è la locandina di House Of Cards?
Un po' perché il mio blog e dico quello che mi pare, un po' perché dopo quasi due mesi di assenza non mi ricordo come si scrive, ma un po' anche perché quando arriva un nuovo adattamento shakespeariano io sono sempre felice.
La maggior parte, finora, hanno provato a re-impostare l'azione nella contemporeaneità; alcuni degli esempi più efficaci sono Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann(ciao, Leo!), Titus di Julie Taymor, e, più recentemente, Molto rumore per nulla di Joss Whedon. In generale, questi rifacimenti moderni di solito mantengono la maggior parte della storia, i personaggi i principali temi d'origine, adattando solo i dialoghi ad un gergo a noi più familiare.
C'è nessuno che abbia provato a fare una cosa simile ma diversa?
Secondo me non solo ha tentato, ma Netflix c'è pure riuscita alla grande con House of Cards.
Ad un occhio poco attento questo potrebbe esse solo un political drama che segue uno spietato rappresentante del Congresso degli Stati Uniti di nome Frank Underwood (Kevin Spacey) e sua moglie Claire (Robin Wright) che, a colpi di bugie, tradimenti, manipolazioni, omicidi e sesso (non ci volevi mettere un po' di sesso? dai) si spianano la strada verso la più alta carica del paese: la presidenza degli Stati Uniti.
Sulla terza stagione di House Of Cards si è detto di tutto e non aggiungo i miei two cents perché sono fuori tempo massi.
Mi chiedo, però, quante persone si siano rese conto come questa serie tv sia un chiaro omaggio (anzi, lo dico: un adattamento) di una delle mie tragedie preferite di Shakespeare.
Qualora non fosse ancora chiaro, sì, parlo di Macbeth.
Alla critica più arguta non sarà sfuggito (e con questo dico che io sono arguta e voi no, perché SONO DUE MESI CHE NON SCRIVO E SONO FRUSTRATA PER QUESTO), ma credo che le somiglianze vadano molto oltre un confronto superficiale tra Claire Underwood e Lady Macbeth e che non si limito al desiderio di Frank di usurpare il "trono" del presidente, una ruvida metafora delle ambizioni di Macbeth di diventare re di Scozia.
Prendete il rapporto centrale tra Frank e Claire. Come il Signore e Lady Macbeth, li vediamo partire da una posizione 'inferiore' ad altre, ma comunque influente: Frank fa parte della maggioranza e Claire gestisce un'organizzazione non-profit con sede a Washington, la Clean Water Initiative. Quando il nuovo presidente rinnega la promessa di rendere Frank Segretario di Stato, lui e Claire decidono di tentare la scalata al successo con ogni mezzo necessario - mani insanguinate comprese.
In Macbeth, è vero, la tensione verso il potere è più mistica, ma non per questo meno guidata dalle decisioni dei personaggi e dalle azioni umane. Macbeth è visitato da tre streghe, che gli danno una serie di profezie che prima proclamano la sua promozione ad una nuova signoria feudale (il signore di Cawdor) e successivamente la sua ascesa al trono. Ma questo ha una rilevanza marginale: non importa quello che dicono le streghe, perché in realtà l'ascesa di Macbeth al potere viene sempre per sua stessa mano (e quella della moglie).
È lui che uccide il re e si libera attivamente dei suoi rivali e delle loro famiglie.
L'assenza di streghe e profezie in House of Cards è dovuta semplicemente al fatto che questi elementi male si adattano ad una rappresentazione moderna e pseudo-realistica della politica di Washington. Ma ogni passo che Frank Underwood compie per avvicinarsi al tanto agognato potere può essere inserito nel contesto di azioni simili intraprese anche da Macbeth.
Frank riunisce ordinariamente "amici" e colleghi intorno a sé esattamente come Macbeth ha fatto con l'amico Banquo, siano essi Peter Russo (Corey Stoll), Zoe Barnes (Kate Mara), o anche Doug Stamper (Michael Kelly) in alcuni punti.
Ma nel momento in queste persone vengono eliminate, compare la sensazione che alcune di queste azioni possano ritorcersi contro Frank, esattamente come Macbeth è perseguitato dallo spirito di Banquo nella seconda metà del gioco.
E se le macchinazioni di Frank ancora non vi hanno convinto, che dire del suo debole per il confronto diretto con il pubblico tramite soliloqui che spiegano i suoi pensieri?
Questi momenti sono indubbiamente più brevi (e molto meno suggestivi) di quelli shakespeariani, ma sono innegabilmente una scelta che avrebbe fatto anche il Bardo.
Quanto a Claire Underwood, la sua somiglianza con Lady Macbeth lavora su più livelli. Il primo è la decisione di Claire di non avere figli - viene suggerito che Claire vede i bambini come una distrazione dalla salita al potere, proprio come Lady Macbeth evoca un ipotetico infanticidio, da preferire a qualunque distrazione dai suoi obiettivi.
Poi ci sono i discorsi notturni di Claire con il marito, quando lo incita alla violenza nel momento in cui perde la convinzione - argomento elegantemente espresso anche in Atto 1, Scena VII:
Impossibile non ricordare uno dei monologhi finali di Macbeth, che egli offre quando sente parlare del suicidio di Lady Macbeth:
House of Cards fonde elementi di Macbeth così uniformemente con le sue altre influenze che non mi sorprende sapere che molti non hanno colto questo collegamento.
E se l'atto fondamentale di un adattamento è quello di fare qualcosa di nuovo rispetto ai lavori precedenti, allora House Of Cards deve essere considerato uno dei migliori esempi di adattamento: si ricrea non solo Macbeth, ma si costruisce qualcosa di ancora più grande su di esso.
Un risultato degno delle ambizioni di Frank Underwood.
Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su XCondividi su Facebook
Lo so, molti di noi si limitano a quelle due robe studiate in classe (Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate, Amleto, ecc), ma se siete come me, lo amate ben oltre lo studio scolastico. Non c'è niente come un po' di pentametro giambico per sentirmi l'intellettuale che a volte vorrei essere (e che non sono manco per sbaglio).
Perché dico questo? E perché c'è la locandina di House Of Cards?
Un po' perché il mio blog e dico quello che mi pare, un po' perché dopo quasi due mesi di assenza non mi ricordo come si scrive, ma un po' anche perché quando arriva un nuovo adattamento shakespeariano io sono sempre felice.
La maggior parte, finora, hanno provato a re-impostare l'azione nella contemporeaneità; alcuni degli esempi più efficaci sono Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann(ciao, Leo!), Titus di Julie Taymor, e, più recentemente, Molto rumore per nulla di Joss Whedon. In generale, questi rifacimenti moderni di solito mantengono la maggior parte della storia, i personaggi i principali temi d'origine, adattando solo i dialoghi ad un gergo a noi più familiare.
C'è nessuno che abbia provato a fare una cosa simile ma diversa?
Secondo me non solo ha tentato, ma Netflix c'è pure riuscita alla grande con House of Cards.
Ad un occhio poco attento questo potrebbe esse solo un political drama che segue uno spietato rappresentante del Congresso degli Stati Uniti di nome Frank Underwood (Kevin Spacey) e sua moglie Claire (Robin Wright) che, a colpi di bugie, tradimenti, manipolazioni, omicidi e sesso (non ci volevi mettere un po' di sesso? dai) si spianano la strada verso la più alta carica del paese: la presidenza degli Stati Uniti.
Sulla terza stagione di House Of Cards si è detto di tutto e non aggiungo i miei two cents perché sono fuori tempo massi.
Mi chiedo, però, quante persone si siano rese conto come questa serie tv sia un chiaro omaggio (anzi, lo dico: un adattamento) di una delle mie tragedie preferite di Shakespeare.
Qualora non fosse ancora chiaro, sì, parlo di Macbeth.
Alla critica più arguta non sarà sfuggito (e con questo dico che io sono arguta e voi no, perché SONO DUE MESI CHE NON SCRIVO E SONO FRUSTRATA PER QUESTO), ma credo che le somiglianze vadano molto oltre un confronto superficiale tra Claire Underwood e Lady Macbeth e che non si limito al desiderio di Frank di usurpare il "trono" del presidente, una ruvida metafora delle ambizioni di Macbeth di diventare re di Scozia.
Prendete il rapporto centrale tra Frank e Claire. Come il Signore e Lady Macbeth, li vediamo partire da una posizione 'inferiore' ad altre, ma comunque influente: Frank fa parte della maggioranza e Claire gestisce un'organizzazione non-profit con sede a Washington, la Clean Water Initiative. Quando il nuovo presidente rinnega la promessa di rendere Frank Segretario di Stato, lui e Claire decidono di tentare la scalata al successo con ogni mezzo necessario - mani insanguinate comprese.
In Macbeth, è vero, la tensione verso il potere è più mistica, ma non per questo meno guidata dalle decisioni dei personaggi e dalle azioni umane. Macbeth è visitato da tre streghe, che gli danno una serie di profezie che prima proclamano la sua promozione ad una nuova signoria feudale (il signore di Cawdor) e successivamente la sua ascesa al trono. Ma questo ha una rilevanza marginale: non importa quello che dicono le streghe, perché in realtà l'ascesa di Macbeth al potere viene sempre per sua stessa mano (e quella della moglie).
È lui che uccide il re e si libera attivamente dei suoi rivali e delle loro famiglie.
L'assenza di streghe e profezie in House of Cards è dovuta semplicemente al fatto che questi elementi male si adattano ad una rappresentazione moderna e pseudo-realistica della politica di Washington. Ma ogni passo che Frank Underwood compie per avvicinarsi al tanto agognato potere può essere inserito nel contesto di azioni simili intraprese anche da Macbeth.
Frank riunisce ordinariamente "amici" e colleghi intorno a sé esattamente come Macbeth ha fatto con l'amico Banquo, siano essi Peter Russo (Corey Stoll), Zoe Barnes (Kate Mara), o anche Doug Stamper (Michael Kelly) in alcuni punti.
Ma nel momento in queste persone vengono eliminate, compare la sensazione che alcune di queste azioni possano ritorcersi contro Frank, esattamente come Macbeth è perseguitato dallo spirito di Banquo nella seconda metà del gioco.
E se le macchinazioni di Frank ancora non vi hanno convinto, che dire del suo debole per il confronto diretto con il pubblico tramite soliloqui che spiegano i suoi pensieri?
Questi momenti sono indubbiamente più brevi (e molto meno suggestivi) di quelli shakespeariani, ma sono innegabilmente una scelta che avrebbe fatto anche il Bardo.
Quanto a Claire Underwood, la sua somiglianza con Lady Macbeth lavora su più livelli. Il primo è la decisione di Claire di non avere figli - viene suggerito che Claire vede i bambini come una distrazione dalla salita al potere, proprio come Lady Macbeth evoca un ipotetico infanticidio, da preferire a qualunque distrazione dai suoi obiettivi.
Poi ci sono i discorsi notturni di Claire con il marito, quando lo incita alla violenza nel momento in cui perde la convinzione - argomento elegantemente espresso anche in Atto 1, Scena VII:
…Art thou afeardOppure possiamo guardare al rapporto strano e freddamente logico fra Frank e Claire, portato all'estremo proprio nella terza stagione.
To be the same in thine own act and valour
As thou art in desire? Wouldst thou have that
Which thou esteem’st the ornament of life,
And live a coward in thine own esteem,
Letting ‘I dare not’ wait upon ‘I would,’
Like the poor cat i’ the adage?
Impossibile non ricordare uno dei monologhi finali di Macbeth, che egli offre quando sente parlare del suicidio di Lady Macbeth:
She should have died hereafter/There would have been a time for such a wordÈ un commento spassionato destinato a riflettere quanto sia senz'anima Macbeth a questo punto, e dato il modo in cui termina House of Cards, questa potrebbe essere una direzione da non escludere.
House of Cards fonde elementi di Macbeth così uniformemente con le sue altre influenze che non mi sorprende sapere che molti non hanno colto questo collegamento.
E se l'atto fondamentale di un adattamento è quello di fare qualcosa di nuovo rispetto ai lavori precedenti, allora House Of Cards deve essere considerato uno dei migliori esempi di adattamento: si ricrea non solo Macbeth, ma si costruisce qualcosa di ancora più grande su di esso.
Un risultato degno delle ambizioni di Frank Underwood.
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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.
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