(ho provato a scrivere questo pezzo senza spoiler, ma uno mi è inevitabile. L'ho scritto in bianco per cui potete leggere senza problemi. Se volete beccarvi lo spoiler, evidenziate il post e vi comparirà )
La chimica è lo studio della composizione della materia e dei suoi cambiamenti.
La formazione, la crescita, il decadimento e la trasformazione.
In Breaking Bad vediamo tutte queste cose: un sacco di cambiamenti, di sviluppi, di cadute e di modificazioni. E, naturalmente, un sacco di chimica in senso stretto.
Ora che la serie è finita, che il cerchio è chiuso, vediamo come tutti i fili sono stati presi e portati lì, dove dovevano essere, con grande maestria.
Ah, sì, prepariamoci a quelli che saranno delusi dall'episodio, perché 'è scontato'.
Certo che è scontato, ma non come lo intendiamo solitamente.
Lo troviamo (anzi, lo trovate, VOI, perché io l'ho amato) scontato perché abbiamo imparato a conoscere Walt come fosse una persona reale, vicina a noi, fisicamente parte della nostra vita.
Walt è crollato e ha accettato la morte serenamente?
Un cazzo, amici. Un gran cazzo.
Walt nemmeno alla fine è spettatore passivo della sua vita (mica come un altro finale di qualche giorno fa... vero Dexter?): lui fa. Agisce.
Ha pagato per i suoi errori in modo maestoso e, allo stesso tempo, ha compiuto la sua missione primaria, ovvero provvedere al sostentamento della propria famiglia.
Tutto qui?
No, certo che no. E ce lo dice lui: sì, la famiglia, i soldi, la malattia.
Ok, ma alla fine sono TUTTE CAZZATE.
L'ha fatto per se stesso. Perché era il migliore. Perché si sentiva di nuovo vivo.
Perché Walter White, sfigato professorino del profondo New Mexico, affetto da una malattia terminale e privo di qualunque linfa vitale o prospettiva rosea, è morto tanto tempo fa. Direi più o meno tre o quattro stagioni fa.
Perché quello che abbiamo visto in scena era Walter White/Heisenberg, imperatore del meth, schivista di Jesse, genio del male, ex uomo medio che prende decisioni e non molla, neanche quando realizza quanto fragili ed imperfette siano quelle decisioni.
Perché ha preferito pagare per quelle imperfezioni piuttosto che rammaricarsi della propria immobilità in un angolo.
Questo e molto altro è contenuto nel freddo cenno che si scambiano Jesse e Walt, simbolo del loro turbolento passato.
Questo e molto altro è contenuto nel sorriso di Walt, esanime sul pavimento del proprio laboratorio.
Una felicità difficile da capire, forse, ma potente perché va oltre ogni rammarico.
Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su XCondividi su Facebook
La chimica è lo studio della composizione della materia e dei suoi cambiamenti.
La formazione, la crescita, il decadimento e la trasformazione.
In Breaking Bad vediamo tutte queste cose: un sacco di cambiamenti, di sviluppi, di cadute e di modificazioni. E, naturalmente, un sacco di chimica in senso stretto.
Ora che la serie è finita, che il cerchio è chiuso, vediamo come tutti i fili sono stati presi e portati lì, dove dovevano essere, con grande maestria.
Ah, sì, prepariamoci a quelli che saranno delusi dall'episodio, perché 'è scontato'.
Certo che è scontato, ma non come lo intendiamo solitamente.
Lo troviamo (anzi, lo trovate, VOI, perché io l'ho amato) scontato perché abbiamo imparato a conoscere Walt come fosse una persona reale, vicina a noi, fisicamente parte della nostra vita.
Walt è crollato e ha accettato la morte serenamente?
Un cazzo, amici. Un gran cazzo.
Walt nemmeno alla fine è spettatore passivo della sua vita (mica come un altro finale di qualche giorno fa... vero Dexter?): lui fa. Agisce.
Ha pagato per i suoi errori in modo maestoso e, allo stesso tempo, ha compiuto la sua missione primaria, ovvero provvedere al sostentamento della propria famiglia.
Tutto qui?
No, certo che no. E ce lo dice lui: sì, la famiglia, i soldi, la malattia.
Ok, ma alla fine sono TUTTE CAZZATE.
L'ha fatto per se stesso. Perché era il migliore. Perché si sentiva di nuovo vivo.
Perché Walter White, sfigato professorino del profondo New Mexico, affetto da una malattia terminale e privo di qualunque linfa vitale o prospettiva rosea, è morto tanto tempo fa. Direi più o meno tre o quattro stagioni fa.
Perché quello che abbiamo visto in scena era Walter White/Heisenberg, imperatore del meth, schivista di Jesse, genio del male, ex uomo medio che prende decisioni e non molla, neanche quando realizza quanto fragili ed imperfette siano quelle decisioni.
Perché ha preferito pagare per quelle imperfezioni piuttosto che rammaricarsi della propria immobilità in un angolo.
Questo e molto altro è contenuto nel freddo cenno che si scambiano Jesse e Walt, simbolo del loro turbolento passato.
Questo e molto altro è contenuto nel sorriso di Walt, esanime sul pavimento del proprio laboratorio.
Una felicità difficile da capire, forse, ma potente perché va oltre ogni rammarico.
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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.
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